Dopo la campagna di Seduction.Net
I giovani disertano la tv degli idioti
e ricomincia la seduzione reale
di Redazione
Nelle ultime elezioni abbiamo invitato i seduttori a non votare perché a destra c'é merda e a sinistra c'é cacca e noi seduttori non vogliamo aiutare i politici a trovare un posto di lavoro strapagato (+ i noti extra sottobanco) per comprarsi ville e puttane: imparassero la seduzione e ci costerebbero molto meno.
Risultato: l'affluenza alle urne è significativamente calata!
Da molti anni invitiamo i seduttori a non guardare la tv italiana fatta dagli idioti e dalle marchettare per i loro simili. I seduttori non sono idioti e non si fanno incantare né da "quelli" nè da "quelle".
Risultato: i giovani non guardano più la tv e i budget pubblicitari iniziano a "reindirizzarsi" altrove. E ormai i giornali non possono più nascondere il fenomeno (vedi in basso articolo de "il Messaggero" di oggi).
Riflettiamo: o Noi e Voi di Seduction.Net siamo degli oracoli del prossimo futuro, dei Nostradanus seduttori, oppure Seduction.Net ha creato un movimento di opinione che influenza non solo la seduzione ma anche il costume e la società. O questo o quello. Perché i seduttori hanno un cervello attivo, non un registratore, e le "spogliano" tutte..., le realtà, non solo la... , vogliamo dire: noi seduttori siamo NON SOLO SEDUZIONE.
Viva la Seduzione, Viva Seduction.Net
Un conduttore tv
il Messaggero - Prima pagina
Martedì 29 Marzo 2005
I GIOVANI NON SI LASCIANO INCANTARE
di MARIO MORCELLINI
NON c’è più bisogno del bel tempo per tradire la tv. I dati sul consumo di video che i lettori troveranno nei servizi all’interno del giornale indicano che la tv non ce la fa. La sua spinta propulsiva si è esaurita da un pezzo: e noi lo abbiamo raccontato, pur in presenza di autorevoli opinioni discordanti.
Il problema che si apre riguarda essenzialmente le dimensioni del fenomeno più che il dibattito ormai stanco sulla natura congiunturale del declino. Ma anche il perché . Un interrogativo appassionante soprattutto per chi ha capito da tempo la singolare sintonia che si era manifestata nel nostro paese con il piccolo schermo, impastata di presa sul pubblico ma anche di forte capacità di rappresentazione. Nel primo mezzo secolo di vita della televisione, è certo che poche cose come la tv hanno raccontato attendibilmente il carattere degli italiani in tutte le sue sfaccettature, persino la nostra tendenza a vivere un po’ sopra le nostre possibilità.
Sulle dimensioni non è tanto utile ricorrere alle percentuali quanto alla segnaletica dei simboli. Il più vistoso di questi è certamente l’invecchiamento del pubblico. All’inizio questo fenomeno ha avuto l’effetto paradossale di mascherare le prime crepe proprio grazie all’allungamento della vita e al forte interesse per il teleschermo nella terza età. E ha stranamente rimosso un tema che da diverse stagioni stiamo cercando di segnalare: la fuga dei giovani da un medium che in passato era considerato quasi sinonimo dell’età giovanile. In un paese in cui tanti hanno fatto fortuna attaccando la presunta teledipendenza dei minori facciamo fatica a riconoscere comportamenti nuovi e certo più innovativi e diversificati. Ma anche sugli adulti l’aria che tira non è entusiasmante: il successo dei canali tematici e delle tv a pagamento non è riconducibile all’età giovanile, e sottrae all’uditorio una platea assai pregiata dal punto di vista della pubblicità e dei consumi. E’ come se la tv si avviasse ad essere il medium elettivo per gli italiani in poltrona: e stiamo parlando di atteggiamenti.
Il trend è pesante in termini di valore economico del mezzo e dunque di resa pubblicitaria. Ma del resto il giacimento televisivo di spot non è più garantito. Già da tempo si registrano interessanti segni di un ritorno più selettivo degli inserzionisti sui giornali (qualche anno fa avremmo scritto persino sui giornali). Non è difficile pronosticare che ora anche il rubinetto pubblicitario cercherà fisiologicamente una sua riarticolazione nonostante il protezionismo delle norme.
Sempre restando nel campo dei segnali, tante volte in questi ultimi anni abbiamo letto di superamenti della tv. Nell’orizzonte giovanile la televisione non è più centrale da un pezzo. Il paradosso è che essa è superata sia da dimensioni culturali attivistiche come internet, sia dal cellulare, usato come un canale di comunicazione sempre aperto con il gruppo di riferimento e con la propria generazione. Così, paradossalmente, la tv finisce per diventare il cellulare degli adulti.
La secessione giovanile mette chiaramente a nudo l’inconsistenza della tv come mezzo innovativo. Siamo alle estreme conseguenze della caricatura di mercato televisivo che alla lunga produce palinsesti e programmi fotocopia. I giovani se ne accorgono prima.
Un commento di Seduction.Net
Noi lo dicevamo da molto tempo, vedi la copertina di Seduction.Net dell'ottobre 2003:
Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione.
Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.
(Martedì 29 Marzo 2005)
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