Anche il principe Alexander von Schönburg copia i trend di Seduction.net
Il vero snob
Niente firme ma stile "menefrego"
di Carlo della Torre
Adesso anche i principi tedeschi copiano la “filosofia del look” di Seduction.net.
Noi lo diciamo da ormai 10 anni che le “cose firmate” creano i soldi per gli stilisti ma non creano mai i seduttori. Io dico sempre “Gli abiti firmati vestono i manichini ed i marocchini”.
Gli “altri” non possono mai dire le nostre verità perché i vari Versace e Valentino pagano bene in pubblicità, per tacere la verità. Voi vi immaginate una rivista come Vogue o Donna Moderna che vi dica di non comprare la roba firmata? Chiuderebbe le tipografie dopo un mese. La stampa e la tv non possono dire la verità su niente di niente che tocchi interessi economici. Perfino trasmissioni tipo “Mi manda Rai 3” sono comprate ed imbavagliate. Quando devono “puttanare” un privato truffatore gli danno sotto a morte, giustamente. Ma quando si tratta di Telecom e simili concludono sempre dicendo “voi siete un azienda seria e risolverete il problema (della truffa!)” e poi presentano le ultime offerte dell’azienda regalando pubblicità occulta. Un giornalista che ha intervistato per la suddetta trasmissione un direttore della Telecom su una delle solite truffe, a fine intervista si è sentito dire: ”E poi ricordatevi che Telecom è uno sponsor della Rai. Sicuramente ve lo ricorderete”! La vera truffa è la trasmissione Rai che simulando di fare gli interessi del pubblico fa invece l’interesse delle grandi aziende sponsor dei politici e della tv. Lo stesso gioco vale per aziende delle grandi firme. Nessuno può dire che chi compra Versace o Valentino o Gucci o Prada è un coglione e uno sfigatone. Altrimenti gli tagliano gli alimenti.
Noi invece possiamo permetterci di sbattercene sia di Telecom sia dei Premier sia degli stilisti (squallidi sartini riciclati con nuova denominazione) che producono in Cina a costo $10 e vendono (ai PIRLA con l’etichetta “made in Italy”) a prezzo € 1000. Senza alcun rispetto per nessuno noi vi diciamo tutta la verità. Sono gli abbonati che pagano Seduction.net per pubblicare la verità Questo fa la differenza fra noi e gli altri.
Sentite queste storie:
Ero a Porta Portese con un abbonato Grande Seduttore per una consulenza sul look. Ci fermiamo davanti a un banco di cinture da uomo, molto particolari e da gran seduttore. Il prezzo richiesto dal povero pakistano era di pochi euro. Gli chiedo. “Sono molto belle queste cinte, ma non si rompono?” . Mi risponde: “Qui niente è buono, è tutto falso. Io qui non ho mai comprato niente. Io vado sempre da Valentino perché mi dicono: prego signore si accomodi nel salottino”! Era da rispondergli “Bravo Bongo”! Ma sarebbe stato un po’ razzista. Che Bongo sia felice delle sue scelte e del nostro paese. Auguri a Bongo. Ma noi seduttori non possiamo indossare quello che indossa Bongo.
Incontro un’ amica che non vedevo da un anno. Bellissima gnocca, alta, mora, bella copia della Cucinotta. E’ una georgiana (ex URSS) che vive in Italia per guadagnarsi la sopravvivenza lavorando come cameriera nelle pizzerie. Ci fermiamo a parlare del più e del meno e il discorso arriva al look, al suo bel pancino scoperto, ed alla sua bella cinta. Le domando: ”Bella cinta. L’ hai comprata a Porta portese?”. Eka mi risponde alterata: “Io non sono mai stata a Porta portese. Io compro solo nei negozi del centro”! Considerate che la povera bella Eka si fa il cosiddetto C. per pagare l’affitto e che vive in una stanza in condivisione con la cugina! Eka si fa il cosiddetto C. per foraggiare gli “stilisti sfruttatori” ed i media complici di questo gioco criminoso di sfruttamento dei più ingenui. Con tutto il rispetto per la bellissima Eka che è solo una vittima di un sistema truffaldino. Con tutto il rispetto per Eka, una bella gnocca modella o ereditiera non può comprare dove compra Eka.
Un amica miliardaria, laureata, ma di professione quadro/impiegata alle Poste Italiane compra solo cose firmate che costano più del suo stipendio. Ha una mentalità piccolo borghese. Dopo il lavoro corre a casa per vedere il Grande Fratello e la Fattoria e legge solo Vip e Chi. Avete capito il livello mentale! Censuro il nome per ovvi motivi. Il suo boyfriend, un mio amico (gliela ho presentata io!) dice che quando M.C. si compra qualcosa di firmato, che comunque le sta malissimo, lei si sente come una Vip, come quelle che vede sulla rivista Vip!
Può una bella stra…gnocca intelligente indossare quello che incassa M.C. NO
Sapete della ristrutturazione della mia casa. Gli abbonati conoscono benissimo le mie peripezie e le truffe che ho subito. Bene. Il primo operaio peruviano (che mi ha truffato) voleva una birra. Apro il frigorifero e gli offro un birra slovena di pregio (nota agli intenditori) che avevo comprato in un discount, l’unico che vende quella marca di birra. Me la rifiuta. “Questa è una birra da discount. Io bevo Nastro Azzurro”! Morale: se tu bevi Nastro Azzurro io non posso berla!
Gli altri 2 operai moldavi (onesti) che hanno continuato i lavori di ristrutturazione volevano del vino. Avevo in casa un Chianti da 5 euro. Lo offro. Lo rifiutano. “Questo non è vino buono. Io bevo vino da 80 euro”!
Bravo. Il buon vino da 80 euro fa bene anche al cuore. Ma fa molto male quando guadagni 70 euro al giorno! Quelli avevano problemi di matematica da scuola elementare.
Ora ci si domanda: perché i diseredati vogliono le firme ed i prodotti della pubblicità mentre i ricchi se ne sbattono?
Per 2 motivi.
1) Sono facilmente manipolabili da qualsiasi messaggio pubblicitario diretto oppure occulto (servizi tv e articoli riviste) .
2) Hanno una forte bisogno di rivalsa contro le loro origini o il loro status attuale. Ciò che gli si fa credere sia un segno di elevazione sociale li fa sentire “non inferiori”. Cercano Status Symbol che ritengono siano dei ricchi ma che in realtà sono dei poveri!
E’ un meccanismo criminale di sfruttamento dei poveri che per sentirsi ricchi devono lavorare come schiavi. I ricchi invece spendono meno perché non sono manipolabili. Così diventano sempre più ricchi. Ed i poveri sempre più poveri.
La Stampa 29/5/2006
CONSIGLI D’AUTORE DAL GUARDAROBA AI PRANZI, DALLE FESTE ALLO STILE: NEL MANUALE DI UN ARISTOCRATICO DECADUTO LA TEORIA DI UN NUOVO TREND
L’arte di vivere da vip senza soldi «Poco shopping e via le griffe: il vero chic pratica il culto dell’indigenza» di Mirella Serri
Poco shopping, più stile e (soprattutto) preferire le imitazioni
| Nero firmato |
Il caviale? Che orrore! «Confiture de poisson», ovvero «marmellata di pesce»: così lo definì Luigi XV sputacchiando le pregiate uova di storione. I gioielli? Accettabili - come diceva Salvador Dalí - solo se indossati da donne che li trattano con il massimo disprezzo. Lo champagne? Da evitare dal momento che viene fatto con le uve di scarto. A meno che non si abbia la possibilità, non concessa a tutti i comuni mortali, di sorseggiare una coppa annata 1978. Da sostituire, se siamo veri snob, con acqua minerale a patto che sia la giapponese Rokko No, oppure una minerale scozzese come la Deeside Natural Mineral Water che si beve al castello di Balmoral.
Però, se non possiamo permetterci una bottiglietta come quella nipponica, che costa 62 euro, cerchiamo di entrare nei SapS, ovvero nel club degli snob ancor più snob, quelli per i quali «il lusso non è ricchezza o ricercatezza ma assenza di volgarità». Lo diceva la stilista Elsa Schiaparelli.
E ora fa propria questa asserzione il blasonato giornalista e scrittore Alexander von Schönburg, che ha compilato un delizioso e apposito manuale, «Come vivere da ricchi senza soldi. I consigli di un nobile spiantato» (in uscita a giorni da Mondadori). Von Schönburg di ricchi e di snob se ne intende veramente: ha trascorso la sua vita tra parenti miliardari (essendo collegato per li rami a possidenti aristocratici d'Europa come il conte Maximilian zu Fürstenberg).
Il nuovo trend
Con la personale pratica della povertà vissuta tra congiunti super facoltosi, Schönburg, che in Germania è finito pure in cassa integrazione, ha teorizzato un nuovo trend adatto anche ai nostri tempi di recessione economica. Il vero chic non è quello che spende e spande ma chi sa praticare l'arte dell'indigenza. Un'arte a cui oggi in nome del buon gusto si devono applicare ricchi e poveri: solo questo esercizio sopraffino del contenimento quotidiano (magari condito di dotte citazioni, come quella tratta da Oscar Wilde che «quando Dio vuole punire gli uomini, esaudisce le loro preghiere») assicura uno stile e impedisce ogni forma di ostentazione corriva.
A cominciare dal guardaroba. Come si deve vestire chi vuole contare veramente? Via le grandi griffe. Gucci, Vuitton, Bulgari, via. L'abbigliamento ideale è quello che mostra che non si pensa per niente a come ci si veste.
Il massimo della raffinatezza è dunque non apparire e andare sempre controcorrente. Lo ha dichiarato pure pubblicamente la sorella maggiore di Alexander, Gloria. Anche lei per nulla povera, coniugata al facoltoso principe Johannes von Thurn und Taxis. In un'intervista a «Der Spiegel» ha affermato che le autentiche borse Vuitton «vanno bene per gli oligarchi russi». Al contrario, per le signore del jet set vanno per la maggiore le imitazioni. Molto chic è infatti andare in un negozio Cartier chiedendo di sistemare il cinturino a un falso acquistato a Hong Kong. E quando la commessa avverte che si tratta di un'imitazione, dire sfrontatamente: «Lo so».
Per far parte dell'upper class ed avere glamour è necessaria una drastica riduzione dello shopping. Comprare troppo è volgare. Lo teorizzano pure negli Stati Uniti dove hanno inventato buste di plastica trasparente, altrimenti dette preservativi bancari, da infilare sulla carta di credito. Sopra è scritto «do you really need that?». Se il condom non funziona c'è anche un'altra soluzione. Girare alla larga dagli shoppping center offrendo come sofisticata spiegazione: «Dopo aver letto “Il Paradiso delle signore” di Zola pubblicato nel 1883 i centri commerciali di oggi mi disgustano». Proteggersi dagli eccessi del mercato è insomma la parola d'ordine e per questo aiuta anche Ernst Bloch.
La malinconia
Il filosofo teorizzava infatti «la malinconia del soddisfacimento». Per non incorrervi, il ristorante è sicuramente off limits. Meglio invece pranzi e colazioni casalinghe servite con disinvolta parsimonia. Due piatti, al massimo, come uno squisito couscous di verdure servito su piatti di Sèvres, zuppiere e flûte eredità di famiglia. Sconsigliato l'eccesso di personale. Una delle cene più costose e ineleganti che von Schönburg ricorda era in una tra le più prestigiose case berlinesi. Porcellane in oro di Versace e lugubri candele a forma di edere e rampicanti. Il cameriere odorava di Kouros di Yves Saint Laurent. Inquinava i cibi e l'aria. Meglio far da soli: la moglie che con scioltezza serve a tavola è assai meno cerimoniosa e sicuramente più efficiente.
Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione.
Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.
(Sabato 10 Giugno 2006)
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