Stilista "ci prova" con una modella nuda
Lo stilista turco-cipriota Hussein Chalayan "ci prova" con la modella nuda
La moda delle passerelle non ha niente a che vedere con il look della seduzione. Sia ben chiaro: chiunque si vesta con gli abiti che gli stilisti propongono nelle sfilate di moda diventa un manichino.
E le donne vestite o svestite con gli abiti da passerella sono in aggiunta ridicole.
Tutto questo “business della finzione” serve solo a far notizia, a far parlare di se. Serve a dare lavoro e visibilità ai “finti vip”, alla tv degli idioti, alle riviste per sciampiste, alle giornaliste senza cervello.
Se provate a leggere gli articoli o guardare i servizi televisivi sulle sfilate di moda (ed avete un cervello “alzheimer free”) non potete credere che si possa parlare così di quella “roba”! Anche la sciampista più sciampista forse si metterebbe le mani ai capelli (la sciampista le mani se le mette sempre ai capelli).
L’unico stilista serio sembra essere Giorgio Armani. Non mostra “tette gratuite” ma veri abiti indossabili anche nella vita reale. Tutti gi altri fanno vedere tette e culi scoperti, oppure abiti folcloristici.
Questo “stilista” greco cipriota non sapeva più che inventarsi. La creatività non è cosa per tutti. E lui non ce l’ha. Allora ha fatto fare lo streep tease alla sua modella. Ma forse doveva meglio proporre la sua sfilata in un night club con uomini allupati e ballerine di lap dance. Sarebbe stato più nel tema.
Gli stilisti di una volta si chiamavano sarti. Dovrebbero richiamarsi sarti.
Che altro sanno fare? In alternativa potrebbero gestire i locali da streep tease!
CORRIERE DELLA SERA.it
4 ottobre 2006
Stupore per la conclusione di una sfilata ipertecnologica
Provocazione a Parigi, modella nuda in scena
Lo stilista turco-cipriota Hussein Chalayan le lascia solo con un grande cappello e un velo nuziale
Otto anni fa trasformò la passerella in un disvelamento. Le modelle apparivano completamente vestite, poi gradualmente perdevano abiti e peso, fino a rimanere nude e coperte solo da un velo. Il turco-cipriota Hussein Chalayan entrò l'anno scorso anche nel tema dell'Islam e del velo, dicendo che nella sua natia Cipro, a e anche in Turchia, poche donne si coprivano il viso, e se lo facevano era per tradizione "folcloristica" e non per motivi legati alla religione.
Quest'anno alle sfilate di Parigi ha ripetuto il numero: al termine di una sfilata basata su abiti corti, trapeziodiali, a larghe spalline, di tulle
sovrapposto a sete colorate (verde, viola e nero, ad esempio) con un effetto 'costruttivistà molto grafico e moderno, ha persino messo in campo i microchip. Grazie alla tecnologia l'abito lungo si accorcia, diventa scollato, la giacchina si chiude, compaiono le frange sulla gonna, la sottana si allarga, i pannelli di stoffa ruotano rivelando le paillettes.
L'ultima modella però resta nuda in scena, con un grande cappello che le ha come assorbito il leggero vestito bianco.
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(Venerdì 6 Ottobre 2006)
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