Carlo risponde ai lettori
Bifolchi d'Italia
Viaggiano in branco e si riconoscono dall'applauso all'atterraggio
Inviato: martedì 15 agosto 2006 8.12
A: carlo@seduction.net
Si grazie, mi è arrivato tutto. Mi dispiace non aver risposto prima, ma sono tornato da poco da New York... e visto che ci sono, non posso fare a meno di commentare quanto letto finora. (Sono arrivato al quarto capitolo).
Hai ragione. So che è inutile che te lo dica, che già lo sai, ma hai
completamente ragione. Su tutto.
L' ho provato sulla mia pelle proprio in questi 10 giorni che sono stato lì. Viaggio (dis)organizzato con gruppo di caz... non lì conoscevo tutti prima del viaggio, ed era una conoscenza di cui potevo fare a meno. Classici giovani italiani all'estero, anzi peggio, all'aeroporto di Newark mi hanno fatto vergognare di stare con loro, li hanno pure ripresi per schiamazzi.
Prima di partire avevo appena letto il primo capitolo, bellissimo e fondamentale, tu hai scritto dei blocchi socio-culturali ed è incredibile (almeno per me che sono appena entrato in questo mondo), quanto è vero.
Lì a Manhattan, nonostante la quasi onnipresenza del gruppo mi sono sentito meno "sorvegliato" che a Roma, e nei pochi momenti liberi dal "branco" ho pure conosciuto una brasiliana, mentre prendevo l'ascensore dell'Hotel, e una belga. Parlarci senza averle mai viste e conoscerle mi è venuto così spontaneo e naturale che mi sorpendo a pensarci. Non ho concluso, ma come avrei potuto?
Le camere erano condivise e il tempo a disposizione per i singoli era scarso.
Peccato, mai più gruppi però, anche perché c'erano molte belle ragazze in giro, le americane sono così migliori alle nostrane, non solo come aspetto estetico, ho avuto l'occasione di scambiarci qualche parola, altro mondo veramente.
Qui se la tirano pure quelle che assomigliano più ad un quadro di Picasso più che a qualcosa di vagamente femminile, lì, da quanto ho visto, c'è un'altra mentalità. Solo a guardarle da lontano ti motivano. Lo hanno notato pure i maschi del gruppo, ma l'unica conoscenza che hanno fatto è stata con due tedeschi ubriachi a Greenwich Village(!)
Questo viaggio era già pagato, non potevo non andarci, ma sono tornato a casa stanco morto.
Tuttavia alla fine questa esperienza mi è servita... e mai più in vacanza col gruppo.
Scusa lo sfogo e grazie
P.S. Scusami gli eventuali errori di ortografia, ma ho scritto di getto.
Il Seduttologo risponde:
Ti è mancato solo l’applauso all’atterraggio! I bifolchi italiani quando atterra l’aereo fanno sempre l’applauso.
Ed io mi nascondo sotto il sedile per la vergogna di portare lo stesso passaporto.
Sembra che considerino seriamente l’eventualità che il pilota invece di atterrare si schianti. Allora quando il pilota riesce ad atterrare è stato buono e bravo e bisogna applaudirlo.
Ma perché non applaudono anche gli autisti degli autobus e dei tram quando arrivano al capolinea? Anche gli autisti del servizio urbano potrebbero fare un incidente e quando arrivano al capolinea sono stati buoni e bravi.
Avanti... applausi ai capolinea!
Viva l’Italia, viva i bifolchi, viva la tv.
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(Mercoledì 18 Ottobre 2006)
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