La Capitale è il posto peggiore per fare conquiste
Intervista sulla seduzione a Roma
"Il Giornale" riporta senza manipolazioni l'analisi di Carlo
di Valeria Arnaldi
Roma è la città d’Italia in cui per gli uomini è più difficile fare conquiste.
A svelarlo è un’analisi del seduttologo Carlo della Torre, basata su lettere, lamentele e vere e proprie richieste di aiuto
inviate da latin lover frustrati per i rifiuti delle romane.
Sotto accusa la freddezza delle donne che farebbero le preziose, impedendo agli uomini di sfoderare fascini e talenti, ma anche il «pappagallismo» dei pretendenti.
«La situazione capitolina è patologica: un caso unico nel paese e una rarità sulla scena mondiale - spiega della Torre - Belle e brutte, giovani e adulte, qui le donne rifiutano ogni strategia seduttiva. Per non cadere vittima dei tanti che cercano solo avventure, preferiscono dire no a tutti, rischiando così di non riconoscere l’amore».
Se siano stati prima gli uomini a esagerare con il numero di approcci costringendo le donne sulla difensiva o queste a puntare sull’esasperazione del desiderio come tecnica di conquista non è dato sapere.
Il meccanismo, però, oggi è tanto radicato da scontentare entrambi i sessi.
«In media, una ragazza in minigonna da piazza del Popolo a piazza Venezia viene fermata da venti persone - prosegue il seduttologo-. Tecniche e battute sono quasi sempre le stesse: è inevitabile che le ragazze non si fidino. Gli uomini rifiutati
continuano a proporsi aumentando la quantità delle vittime nella speranza che almeno una dica loro sì. Quindi: più le donne dicono no, più gli uomini tentano di farle capitolare, più loro, sfiduciate, adottano la linea dura».
A determinare la battaglia tra i sessi sarebbero alcune abitudini tipicamente capitoline, a cominciare dal muoversi in gruppo.
«Le romane raramente escono e tantomeno viaggiano sole - dice della Torre -. Frequentano amici d’infanzia. Per entrare nel gruppo occorre una sorta di raccomandazione, bisogna essere presentati da altri amici o conoscenti, e, in ogni caso, passare l’esame della piccola comunità. È all’interno di questa che le ragazze scelgono il compagno, non in base a emozione, passione o colpo di fulmine, ma in modo razionale, quasi burocratico, privilegiando il più affidabile. Per questo si vedono tante coppie annoiate: è mancato e manca loro il gioco della seduzione».
Al fenomeno si aggiunge spesso il «quartierismo» di chi si muove in un unico ambiente per tutta la vita, chiudendosi a ogni possibile novità e, quindi, incontro.
«Non bisogna sottovalutare il narcisismo. I giovani non cercano una soddisfazione concreta ma l’ammirazione dell’altro sesso. Più sei guardato, più avrai meriti nella tua cerchia di amici. Un esempio tipico è la discoteca: si va a ballare al meglio della forma e del look, ci si agita per farsi notare, si fa spettacolo in un certo senso. Le energie si stancano col movimento, l’ego si sazia con lunghe occhiate e per chi vuole qualcosa in più non mancano baci da scambiare con amici e facce note, in una finta promiscuità. Si mostra tanto ma si conclude poco».
La rigidità del sistema non esclude alcuni vantaggi casuali.
«Per gli uomini tentare di conquistare le romane è una sorta di training – garantisce della Torre - Quanto appreso può
essere messo a frutto all’estero, dove, non a caso, i maschi capitolini godono di una grande fama di conquistatori».
Anche le romane, però, hanno un punto debole: per sedurle bisogna giocare d’astuzia con battute e frasi di romantica
ironia.
«Si deve sfruttare ogni pretesto - conclude - ma se questo non c’è, non va forzato: non si otterrebbe nulla e anzi si rischierebbe di danneggiare altri seduttori».
È l’occasione a fare l’uomo conquistatore.
La pagina de "Il Giornale" del 31 luglio 2006
Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione.
Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.
(Giovedì 10 Agosto 2006)
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