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La Cina ci copia Puttanopoli

Sesso & tangenti

Il 70% delle tangenti va a puttane!


di Carlo della Torre


I cinesi ci copiano tutto ma anche noi dovremmo copiare i cinesi.

Noi seduttori dovremmo istituire la pena di morte per certi tipi di reati, in primis per il reato di corruzione. Ne dibatteremo nei prossimi numeri.

C’è molta manipolazione contro la pena di morte e contro le pene certe e severe. Si dice che non siano un deterrente. Invece sono un forte deterrente. Perché in tutti i paesi dove è in vigore la pena di morte e viene applicata ci sono meno crimini (eccetto USA). La pena di morte non è un deterrente solo per i crimini passionali. E’ invece un efficace deterrente per i crimini finanziari e di corruzione.

E’ ovvio che chi voglia commettere crimini finanziari o di corruzione faccia un calcolo costo/beneficio a tavolino, per scegliere i paesi migliori dove non ci siano rischi di essere puniti. Gli ultimi crimini informatici (fishing, carte di credito) hanno fatto luce sul perché i criminali adorano la repubblica degli spaghetti. Perché per lo stesso crimine, in Francia ad esempio, c’è una pena doppia, che viene pure applicata. Nella repubblica degli spaghetti invece si va dentro solo per pochi giorni, se malauguratamente ti prendono. Ma di solito tutto va liscio.

E perché il re magnaccia Vittorio Emanuele è voluto ritornare in Italia? Lo sappiamo tutti: perché è il paese dove si può meglio corrompere, fare il pappone ed il criminale senza problemi. Infatti il re è libero!
Sono tutti liberi i criminali della repubblica degli spaghetti, tutti a spasso a godersi i vostri soldi. In Cina invece la libertà se la guadagnano solo nell'altra vita.

I criminali marocchini, tunisini e algerini, nei loro paesi fanno i santi e di signori. Abbiamo conoscenza diretta del fenomeno. Delinquono solo in Italia perché nei loro paesi è in vigore la pena di morte.
Lo stesso dicasi per i serbi ed i montenegrini. Gran signori a casa e gran criminali nella repubblica degli spaghetti. La repubblica degli spaghetti è diventata la discarica del mondo.

O restauriamo le ghigliottine (iniziando a tagliare le teste dai nostri politici) oppure dobbiamo affondare la nave e scappare. Altrimenti siamo solo dei coglioni, non dei seduttori.



la Repubblica.it 29 luglio 2007 ESTERI

Politici e super-ricchi fanno a gara a collezionare amanti: un costume che fu già degli imperatori e di Mao. Ma il regime lancia una campagna di moralizzazione

Cina, il ritorno delle concubine
sesso e corruzione per i nuovi potenti


dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI


PECHINO - La videocamera del casinò di Macao riprende l'anziano vicepresidente del Parlamento cinese, Cheng Kejie, mentre punta migliaia di dollari alla roulette. A fianco ha una vistosa bellezza di 45 anni, Li Ping, il cui ampio décolleté mette in mostra una sovrabbondanza di gioielli. Tutti quei soldi che il politico rovescia sul tappeto verde, e quelli che ha investito per decorare il corpo della sua amante, sono stati sottratti illecitamente dalle casse della Repubblica popolare.

Grazie alla confessione della donna, Cheng viene condannato a morte e giustiziato poco tempo dopo. La signorina se la cava con una pena di carcere più modesta per aver collaborato con la giustizia. La sua testimonianza, prima ancora della telecamera a circuito chiuso del casinò, è stata decisiva per incastrare il politico corrotto. Dietro il "ravvedimento operoso" dell'amante c'è la scoperta che il vecchio Cheng manteneva un intero esercito di concubine, e lei non era più la favorita dell'harem.

Una storia parallela ha per protagonista il viceammiraglio di Pechino di cui le cronache hanno taciuto rispettosamente nome e cognome (il prestigio delle forze armate supera perfino quello del partito comunista). Dopo anni di ruberie nelle casse dello Stato l'alto gerarca della marina militare era convinto di poter contare sull'impunità. L'anno scorso invece è stato condannato all'ergastolo. Il suo errore fatale: è "scivolato" sulla vendetta di una delle sue numerose amanti, convinta di ricevere una fetta troppo piccola del bottino.

Non accade solo in Cina che gli scandali di corruzione politica abbiano anche dei risvolti sessuali. Ma a Pechino la nomenklatura di regime sembra avere riesumato integralmente l'antico costume imperiale: un Vip che si rispetti deve manifestare il suo status mantenendo un esercito di giovani amanti. L'ampiezza dell'harem di concubine è uno degli indicatori più fedeli del livello di potere politico o finanziario. Già Mao Zedong si era premurato di emulare gli imperatori: le memorie del suo medico personale narrano che alcune Guardie rosse della sua scorta avevano il compito specifico di reclutare giovani compagne sempre nuove, per sfamare l'insaziabile appetito sessuale del leader comunista.

Ma ai tempi di Mao questo privilegio sovrano era riservato quasi esclusivamente al Grande Timoniere. La rivoluzione capitalistica ha diversificato i ranghi della nomenklatura e ne ha allargato le disponibilità economiche. Una vasta élite di nuovi capitalisti e manager arricchiti condivide le risorse con i politici che intascano tangenti; nella classifica dei loro consumi opulenti le giovani amanti figurano al primo posto.

Il fenomeno delle "seconde mogli" iniziò con i cinesi della diaspora all'inizio degli anni Ottanta: non appena Deng Xiaoping aprì le frontiere al ritorno dei capitali che erano fuggiti all'estero durante il periodo più duro del comunismo. I ricchi imprenditori di Hong Kong e Taiwan attirati dalle riforme economiche furono i primi a investire in Cina. Facendo la spola con la terraferma mantenevano due famiglie: una nel luogo d'origine, l'altra nella seconda casa intestata a una ragazza di Canton o Shanghai.

Il fenomeno della doppia vita si è esteso a tal punto che nelle ricche metropoli industriali della Cina orientale e meridionale, da Hangzhou a Shenzhen, interi quartieri di lusso sono noti oggi come "i condominii delle seconde mogli", abitati dalle giovani amanti (e dai figli) dei ricchi businessmen pendolari.
Ora, con l'avvicinarsi del congresso del partito comunista che si terrà questo autunno, i vertici del regime lanciano una delle solite campagne anti-corruzione. E al primo posto figura, non a caso, la denuncia della "poligamia di fatto" che si accompagna alle ruberie dei potenti. La signora Liu Xirong, numero due della Commissione disciplina del partito (un organismo ben più temuto della magistratura), ha rivelato che "l'anno scorso nel 70% degli scandali di corruzione le tangenti sono finite nelle tasche di mogli e amanti". I mass media ricevono direttive dal dipartimento di propaganda per intensificare gli appelli alla moralità con l'avvicinarsi dell'importante scadenza congressuale.

In una fase in cui molte famiglie, anche nel ceto medio, sono preoccupate per l'aumento del costo della vita e dalla dura competizione per i figli neolaureati sul mercato del lavoro, lo spettacolo degli harem di concubine dei potenti viene denunciato come "perversione e decadentismo". Con un'audacia evidentemente autorizzata dall'alto, alcuni organi di stampa hanno ripreso da un blog su Internet una "classifica nazionale dei campioni dell'adulterio", un inedito campionato ufficioso degli harem.

La palma d'oro viene assegnata a un ex boss di partito del sud del paese, Su Qiyao, che con 146 amanti ufficiali ha sgominato la competizione. Yang Feng, ex segretario comunista nella provincia dello Anhui, ha vinto il premio speciale per "qualità di management". Avendo conseguito un Master in business administration all'università di Pechino, Yang ha messo in pratica la sua competenza economica nella gestione del suo harem. Alla concubina più efficiente ha affidato la contabilità per le altre sei, e ognuna riceveva regolarmente una pagella di valutazione del suo rendimento a letto.

Ma l'arrivo di una nuova compagna ha scatenato un crescendo di gelosie che hanno portato alla denuncia e alla caduta del boss. Perché naturalmente in questa classifica sono finiti solo i casi che il regime ha deciso di scoperchiare e castigare, la punta dell'iceberg.
Il fenomeno delle seconde, terze, quarte mogli in Cina denota una persistente diseguaglianza tra i sessi. Solo di recente, con la diffusione del benessere, si segnala anche il fenomeno inverso: ricche imprenditrici, o mogli di miliardari trascurate dai mariti, "affittano" per migliaia di euro al giorno giovanotti di bella presenza che le accompagnano a fare shopping, al ristorante, in discoteca e naturalmente nel dopo-discoteca. Ma è ancora un fenomeno minoritario. L'infedeltà maschile sembra provocare una riprovazione etica e sociale meno forte dell'infedeltà femminile.

Il dilagare delle concubine è uno degli ingredienti che spiegano il crescente successo delle serie televisive sulla storia imperiale. In questo momento in testa agli indici di audience c'è un telefilm di 80 puntate dedicato al secondo imperatore della dinastia Tang. Gli episodi che hanno il massimo ascolto sono quelli che descrivono le complesse lotte di potere tra concubine e cortigiane. Dietro le elaborate scenografie d'epoca il pubblico deve aver colto un sapore di attualità.



Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione. Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.



(Venerdì 17 Agosto 2007)


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