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Una moderna ricerca conferma le "antiche" teorie di Seduction.net

Chi gode troppo muore

Gli americani ci ripensano sulla pnl?



Intelligente questa ricerca, ma arriva con vent’anni di ritardo. Finalmente le università americane sfornano un ricerca che non è la solita americanata pnl. Non possiamo fare un’analisi approfondita dei meccanismi di questo studio perché ciò rivelerebbe alcuni meccanismi di alta seduzione TOP SECRET. I GS scopriranno che questa ricerca è in linea con i meccanismi che Carlo ha scoperto già vent’anni fa.



La pnl dei pirloni ci ripensa e chiude per idiozia

Cari GS.
Pensate alle lezioni dove si parla del giovane seduttore naturale e a come poi questi seduce in età matura.
Pensate al principio della ciclicità della seduzione.
Pensate agli effetti positivi della depressione ciclica.
Pensate ai gravi problemi a cui va incontro chi non ha problemi.
Pensate ai danni che fa la pnl di “unlimited power”.
Il pirla giulivo tipo pnl soccombe presto, perché va contro natura.

Ma gli americani non hanno ancora scoperto il meccanismo di base della felicità e della seduzione. Forse lo scopriranno fra altri vent’ anni. Non c’era proprio bisogno di questa ricerca perché noi lo abbiamo già scritto e riscritto, ogni volta con parole diverse. Ecco la versione di oggi:

L’uomo si è evoluto godendo e soffrendo. Chi va contro l’evoluzione muore.




CORRIERE DELLA SERA 27 gennaio 2008

Persino la salute puo' risentire di uno stato di euforia permanente

Meglio felici, ma non troppo

Uno studio di tre università statunitensi sostiene che vive meglio chi sperimenta una gioia contenuta

MILANO – Vuoi ottenere il massimo dalla vita? Va’ dove ti porta il cuore, ma non troppo lontano. L’inseguimento della felicità assoluta, quella più alta, è controproducente per la carriera, la crescita personale e la ricerca delle soddisfazioni economiche. Persino la salute subisce i condizionamenti negativi di un’emozione esagerata. Per migliorarsi e avere successo è preferibile una gioia più contenuta: non al 100% bensì tra l’80 e il 90%. Almeno questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Perspectives on Psychological Science e realizzato dalle università della Virginia, dell’Illinois e del Michigan. La maggior parte dei libri di psicologia spiega come coltivare le proprie emozioni per ottenere il top della contentezza, ma una nuova ricerca sfida il presupposto comune che collega l’aumento di tutte le fonti di benessere con l’aumento smisurato della felicità.

ANALISI – I risultati derivano da un’indagine che ha coinvolto tutti i valori della società moderna: sociali, economici, religiosi e politici. E non solo. Per avvalorare la loro tesi, i ricercatori hanno osservato comportamenti e atteggiamenti di 193 studenti universitari dell’Illinois. Dall’analisi si è dedotto che molti indici di successo e benessere corrispondono ad alti livelli di felicità, ma alti fino a un certo punto. Non al culmine. In una scala di soddisfazione da zero a 10, chi dichiara 10 in realtà ha qualcosa che gli manca rispetto a chi ne dichiara otto o nove.

MATRIMONIO E ALTRO – In generale chi è felice riesce meglio a realizzarsi in termini di soldi, occupazione e rapporti. «E’ importante notare come la felicità generalmente correli tutte le cose positive – afferma Ed Diener, professore di psicologia, tra gli autori dello studio -. Le persone contente, rispetto a quelle non contente, hanno maggiore probabilità di sposarsi e di avere un matrimonio riuscito, hanno maggiore probabilità di considerare buona la loro unione, hanno maggiore probabilità di fare volontariato, hanno maggiore probabilità di essere stimate e valutate positivamente dalla comunità, hanno maggiore probabilità di fare soldi».

I NUMERI – Ma quanto bisogna essere felici per avere una fortuna “statistica” del genere? Qui sta il punto. Soltanto i moderatamente felici, quelli appagati per l’80-90% si distinguono in ogni campo. A loro si assegna una spiccata capacità di realizzazione personale, associata a maggior impegno politico a una migliore formazione professionale e a redditi piuttosto alti. Questa previsione si basa sull’idea che la gente profondamente felice può essere meno propensa ad agire, ad alterare la propria condizione per paura di perdere lo stato di beatitudine. D’altra parte i felici al 100% vantano una spiccata propensione al volontariato e i loro rapporti sono particolarmente stabili.

LA SALUTE – La regola dell’80% vale anche per una buona condizione fisica. La relazione tra salute e felicità è nota da tempo. Si sa: una risata quando si è malati aiuta a combattere il male. Ma troppa felicità va evitata perché ci impedisce di preoccuparci quando ci accorgiamo di qualche acciacco. «La gente contenta tende ad essere ottimista e a sottovalutare la malattia – spiega Diener –. Questo potrebbe condurla a prendere sottogamba i sintomi, a rallentare la cura oppure a non seguire alla lettera gli ordini dei medici».

IL LIBRO – Tutte queste considerazioni sono state raccolte da Diener in un libro in uscita. Il saggio ha l’obiettivo di migliorare lo status di chi è infelice e dà una serie di dritte su come auto-procurarsi beatitudine. Ma avverte: se siete al 10 al 20 o al 40% della gioia continuate a fare qualcosa che vi renda più felici. Se invece siete all’80%: fermatevi. Ne avete già abbastanza.
Paola Caruso



Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione. Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.



(Mercoledì 12 Marzo 2008)


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