Berluscaz e "il Napoletano" ci hanno copiato
Panama a fuoco
Il nuovo cappello estivo del seduttore nel Forum Grandi Seduttori
Berluscaz ha bruciato il Panama del seduttore. Ora è vietato ai seduttori
Eccoli arrivati dopo i soliti 2 anni: gli stilisti ed il branco dei i comuni mortali ci hanno bruciato anche il “Panama”.
Dopo 2 anni ci bruciano tutto e noi dobbiamo cambiare look. Questa volta si sono messi a capo del branco dei comuni mortali il Berluscaz e il Presidente della Repubblica degli Spaghetti, "il Napoletano".
Ma c’è un cappello per l’estate che non ci hanno ancora bruciato. Non lo conoscono. Ci vorranno almeno 2 d'anni prima che ci copino.
Se ci copieranno fra 2, forse 3 anni, lo lanceranno mettendolo sulla “capa vuota” di qualche pupazzo tv: uno di quelli “sotto il cappello niente”.
Il Panama che il Berluscaz ed "il Napoletano" ci hanno rubato, già seguiti dal branco dei comuni mortali che mettono il cappello sul registratore che gli sostituisce il cervello, è ormai vietato ai seduttori.
Il nuovo cappello Top secret del seduttore lo trovate nel prossimo intervento nell’ Forum Grandi Seduttori
Il Presidente della Repubblica degli Spaghetti si è allineato al Berluscaz
CORRIERE DELLA SERA 27.06.2008
La moda
Un'estate sotto il segno del «Panama»
Lanciato l'anno scorso da Madonna e Britney Spears, ora le liste di attesa arrivano a otto mesi nei negozi
Nei negozi c'è il tutto esaurito. «Entrano e chiedono il cappello di Berlusconi e di Napolitano»
MILANO — Non si sa se Louis Vuitton abbia venduto più borse e accessori da quando è stato ingaggiato Michail Gorbaciov come testimonial (affondato in un sedile di una Limousine si teneva accanto con indifferenza una ventiquattr'ore logata alla francese). Ma certo è che ormai non si può fare a meno del Panama, il mitico cappello dei dandy, tirato giù dalla soffitta l'estate scorsa da ragazze del calibro di Madonna e Britney Spears e adottato per quest'anno da giovanotti che all'anagrafe risultano al nome Berlusconi Silvio e Napolitano Giorgio.
Possibile? I conti sono presto fatti. Le liste d'attesa raggiungono anche gli otto mesi, e fa lo stesso se per la consegna l'estate sarà finita da un pezzo. Un «Panama Motecristi Extrafine » di Borsalino val bene l'attesa (e la spesa, duemila euro). Sono bastati pochi scatti per lanciare la corsa all'acquisto. Altro che studi sulle strategie della pubblicità, su come vendere meglio un prodotto. Prima il premier, immortalato nella sua residenza estiva con il celeberrimo copricapo (un po' come accadde ai tempi di Tony Blair e signora, sempre in Sardegna, che fecero decollare le vendite della bandana). E poi il presidente della Repubblica Napolitano, a Roma, che pochi giorni fa si riparava la testa con un Panama alla cerimonia per il centenario della Croce Rossa. Nel negozio storico di Borsalino, nella Galleria di Milano (ma anche in quelli di Roma, Firenze, Torino, Bologna e Venezia), entrano e chiedono «il cappello visto alla televisione ».
E poco male se non è quello dove ogni foglia viene intrecciata a mano o se non è stata usata la paglia della palma nana, la Carludovica Palmata originaria di Montecristi in Ecuador, come nei modelli più costosi. Insomma, non importa se non è un capolavoro artigianale, se non è quello che servono sei mesi di lavoro per farne uno. No, è più che sufficiente quello da ottanta euro (prezzo base di un Borsalino). Così come è perfetto (o quasi) quello della bancarella (dai 30 ai 60 euro). Tanto è l'effetto che conta. «Entrano e chiedono il Panama perché l'hanno visto su giornali e telegiornali indossato da personaggi celebri, politici ma anche attori e cantanti», racconta Antonio Veraldi, cappellaio a Napoli. «In tre giorni li ho finiti tutti». Lo stesso, praticamente, nel negozio Barbisio di Palermo. «È come quando c'era Jonathan al Grande Fratello, la richiesta e la vendita di quel cappello erano triplicate. Oggi ci chiedono pure quello indossato da Lapo». Panama rivelazione dell'estate? Secondo i fratelli Viganò, cappellai storici di Roma, «in questa stagione è sempre andato, non c'è una gran differenza».
Ma non è d'accordo Giuseppe Grevi, titolare di uno dei più antichi cappellifici d'Italia (dal 1875 a Signa vicino a Firenze). «Quando un personaggio famoso si mette un cappello, è matematico che se ne vendono di più, diventa un segno di distinzione», dice con sicurezza. «Si figuri che Berlusconi s'è messo il Panama mentre era in pieno svolgimento Pitti Uomo, l'annuale rassegna di moda. Il risultato si è visto subito: sono immediatamente arrivati diversi negozianti a fare ordini proprio per quel tipo di cappello, dando per scontato che anche la prossima estate sarà di moda ». Il potere del successo. «Una volta Naomi si mise un nostro cappello: in una settimana da duecento capi venduti passammo a cinquecento. Lo volevano tutti».
Paola Bulbarelli
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(Giovedì 26 Giugno 2008)
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