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Il contratto di matrimonio è una truffa

La gnocca avvelenata

I maschi non si sposano e le femministe pagano il prezzo delle leggi anti-maschio


di Carlo della Torre



Vi siete mai chiesti perché tutte le italiane sono a caccia di marito e gli italiani fanno i finti polli promettendo il matrimonio per “farsele” e poi scaricarle?

Non è perché gli italiani siano tutti “figli di puttana” ma perché in Italia se uno si sposa si rovina la vita “fino a che morti non lo separi” (dalla vita!), e siccome ormai quasi tutti i maschi italiani conoscono le conseguenze di quel “contratto truffa” detto matrimonio le donne non trovano più uno straccio di pollo che se le sposi, e siccome non trovando più uno straccio di pollo che se le sposi offrono “a gratis” l’unica cosa che possono dare in cambio al pollo (“gnocca avvelenata” scopo matrimonio).
“Sic et simpliciter”, senza bla bla bla letterari, questo è il meccanismo.

Le leggi volute dalle parlamentari femministe di destra e di sinistra che vogliono garantire il futuro alla gnocca, anche a quella putrefatta, hanno distrutto il maschio italiano fino a costringerlo all’accattonaggio. Ed oggi che l’accattonaggio è stato vietato anche dai sindaci, al maschio italiano non resta che la morte sicura.

Ma le femministe che volevano garantire il futuro alla gnocca putrefatta espropriando il maschio della sua sopravvivenza oggi pagano il conto. Ormai tutti hanno capito il gioco truffaldino e nessun maschio si vuole sposare, tranne che non sia un pollo doc, oppure che la donna sia più ricca di lui e con tutti i beni intestati a lei e non a prestanome. Così se la gnocca in putrefazione diventa nevrotica e rompiballe il maschio se la da a gambe con la gnocca “fresca di giornata”, senza dover pagare neppure un centesimo, e in qualche caso facendosi dare anche il “contributo mensile”.

Se oggi il maschio preferisce più scopare che sposare è colpa delle femministe. Hanno ottenuto l’effetto contrario a quello che avevano progettato.
Tutto le truffe prima o poi si pagano. Anche la truffa del “matrimonio all’italiana”.

Ma il problema non riguarda solo le classi meno agiate. Conosco vari casi di ricconi che devono sborsare a vita cifre da capogiro. Ne cito tre per tutti:

1) Il cugino di un mio amico (costruttore), dopo pochi mesi dal matrimonio con la sua “brava ragazza ideale”, ha trovato la moglie (sempre la stessa “b.r. ideale”) nel suo letto. Ma con un estraneo!
Il pollo l’ ha pure perdonata! Ma la tipa si è incazzata di brutto perché era stata spiata e scoperta ed ha voluto la separazione e il conseguente divorzio. Il pollo paga € 30.000 mensili perché secondo la nostra legge deve garantirle lo stesso tenore di vita antecedente il matrimonio. La tipa ora “La” da a chi vuole perché finalmente è entrata nella nostra categoria : “Sono ricca e me La godo”.

2) Un notissimo imprenditore italiano del settore petrolifero ha sposato una ragazza (amica di una mia amica) che ha conosciuto in un mio party. Coatta. La tipa lo ha fatto sbroccare col solito sistema “gnocca avvelenata” e lui l’ha sposata e fatta figliare. Ora paga i soliti 30.000 mensili.
Questo “case” insegna che tutti devono stare in campana perché il tipo in questione non era affatto un pollo bensì un puttaniere della “scuola di Craxi”. La coatta ignorante è stata più furba di lui!

3) Un altro amico, pollo nobilastro, sposò una riccona bella gnocca figlia di costruttori (fra i più grandi del mondo!). Lui non era affatto figo. Figliarono. Lei era molto più ricca di lui e bellissima. Io pensai: “Che bravo, il mio amico non non è figo ma è un mago. Ma come avrà fatto a fare il colpo grosso?”.
Quando la bella ereditiera si stancò del "mago" per provare nuove emozioni con un tizio più “importante” lui dovette su ordine del giudice liquidarla con una somma da capogiro (in sostituzione dell’assegno mensile). Lei non aveva niente di intestato, era ufficialmente disoccupata, ma aveva i cantieri aperti anche in Libia!

Morale delle favole: State sempre in campana. Tutti rischiamo di essere truffati. La gnocca avvelenata si nasconde ovunque, perfino fra le bellissime ereditiere.



la Repubblica 2 agosto 2008 CRONACA

L'ispiratore del provvedimento: "Sono i nuovi poveri"
Critica l'avvocato Bernardini de Pace: "Troppo vittimismo"

Bolzano, case-albergo
per i padri separati

DI CARLO BRAMBILLA

MILANO - Le separazioni coniugali, si sa, costano care. Soprattutto alle coppie con figli, costrette ad affrontare un improvviso aumento delle spese con conseguente impoverimento generale della famiglia. A precipitare nel disagio economico, sempre più spesso, però, sono i padri. Rimasti soli, costretti a lasciare la casa alla moglie e ai figli più piccoli, oltre a versare il dovuto assegno di mantenimento. Ad ascoltare il loro grido di dolore ci ha pensato adesso il Consiglio provinciale di Bolzano, che ha approvato un progetto, certamente destinato a sollevare un mare di polemiche, che prevede la realizzazione di case-albergo su misura per i padri separati. Fino ad oggi questo tipo di appartamenti era destinato solo a immigrati e handicappati. Esultano così le associazioni che raggruppano i papà separati.

Racconta Elio Cirimbelli, combattivo presidente dello storico Centro Asdi, Assistenza separati e divorziati di Bolzano (ispiratore del provvedimento): «Inutile negarlo, i più penalizzati dalle separazioni coniugali sono quasi sempre gli uomini. Sono loro i nuovi poveri. La nuova emergenza sociale». E fa un esempio concreto: «In una famiglia in cui marito e moglie lavorano entrambi, con 1.300 euro al mese lui e altrettanti lei, insieme riescono a pagare la rata mensile del mutuo di 600 euro. Quando si separano la rata viene divisa a metà, 300 euro a testa, ma l´appartamento rimane alla donna, cui va anche un assegno di 500 euro per il mantenimento dei figli. Senza casa, con soli 500 euro al mese, il padre non riesce più a vivere. A malapena affitta un monolocale[a Roma vive sotto i ponti, ndr]. Ecco perché è giusto che le istituzioni si occupino finalmente di lui. Anche per il bene dei figli».

Il laboratorio Bolzano (un piccolo rifugio privato per i papà separati, cinque stanze con bagno, era stato aperto quattro anni fa proprio dal Centro Asdi) può diventare un modello per la famiglia italiana in difficoltà? Non ne è per nulla convinta Annamaria Bernardinide Pace [donna,ndr] nota matrimonialista milanese, specializzata in separazioni eccellenti: «Smettiamola con tutto questo vittimismo dei padri separati[!,ndr]. Non se ne può più. A soffrire, in egual misura, sono i padri e le madri. Giusto quindi realizzare case per aiutare i genitori che si separano, siano essi maschi o femmine. Sono cittadini alla pari[magari!ndr]. Non capisco perché si debba pensare solo ai padri e non alle madri. Si facciano case-albergo per famiglie separate. Conosco molte madri che si trovano in condizioni economiche tremende, dopo la separazione, perché gli ex mariti non danno i soldi pur avendoli. I separati devono avere pari diritti, pari doveri, pari disagi e pari opportunità» [a quando pari diritti con le donne!ndr].

Di diversa opinione il sociologo Enrico Finzi, grande conoscitore del tema della famiglia, secondo cui «la costituzione di case protette per i padri è assolutamente avanzata, perché sono proprio i padri a trovarsi troppo spesso in difficoltà»: «è ovvio che ci sono dei casi in cui saranno le madri e non i padri a dover essere accolte. Nessuno vuole fare del femminismo all'incontrario. Quello che è importante capire è che bisogna creare nuove condizioni non tanto a favore dei padri o delle madri, ma dei figli. Se troppo spesso si è favorita la madre, aiutare il padre serve invece a tutelare i minori. Il nuovo diritto di famiglia ha un valore etico. Indica un principio: è vero che nella società secolarizzata abbiamo introdotto e difeso il divorzio, come un diritto. Ma è anche vero che nessuno ha stabilito il divorzio dei genitori dai propri figli. Ci si separa, insomma, dal partner, mai dai figli».

Sul sito dell´associazione onlus "Papà separati" (www.papaseparati.it) che promuove la consapevolezza della paternità nella separazione, è possibile leggere tantissime storie di padri che faticano come matti a vedere i loro figli. Ma è possibile, attraverso il blog, ottenere solidarietà, consigli pratici, legali, psicologici, tecnici, ottenere aiuti nelle emergenze. Come anche nel sito www.padriseparati.it , dove dilagano le lettere dei padri contro i giudici "madre-centrici". Padri che vogliono poter vedere il figlio come minimo il 50 per cento del tempo. «Altro che un pomeriggio alla settimana ed un week-end alterno».



Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione. Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.



(Sabato 2 Agosto 2008)


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