Secondo le ultime indagini ogni popolazione ha segreti differenti per la longevità
Il seduttore campa cent'anni
La popolazione dei seduttori ha un proprio decalogo di lunga vita
Il segreto della lunga vita dei seduttori sono le donne
Noi abbiamo sempre detto che il seduttore dura tutta la vita. Ora diciamo che il seduttore ha un’aspettativa di vita più lunga dei comuni mortali.
Come si può leggere nell’articolo qui di seguito non esiste un elisir di lunga vita o uno stile di vita per l’eterna giovinezza uguale per tutte le popolazioni centenarie. Ogni popolazione centenaria ha i suoi segreti di lunga vita, diversi dalle altre popolazioni centenarie.
Anche la popolazione dei seduttori ha il suo segreto di lunga vita. Il segreto di lunga vita della popolazione dei seduttori è la seduzione, con lo stile di vita e le attività ad essa connesse.
Le carte vincenti una sana e lunga vita di seduzione sono le donne.
Il decalogo del seduttore centenario
1) Tenersi in perfetta forma fisica
2) Tenere sempre attivo il cervello con la cultura e la curiosità
3) Avere un’alimentazione sana che dia l’energia giusta per la seduzione
4) Non abusare di alcol
5) Non assumere droghe
6) Camminare per ore e ore per identificare e “colpire” le prede della seduzione
7) Socializzare e scegliere amici veri
8) Essere contento vivendo i break di depressione come una ricarica funzionale
9) Concedersi le ore necessarie per il “riposo del seduttore”
10) Non stressarsi troppo procurandosi la giusta dose di stress vitale (lo stress del seduttore è uno “stress anti-stress”)
LA STAMPA
Giro del mondo a caccia
dell'elisir di lunga vita
La ricetta trovata da uno studioso Usa
FRANCESCO MOSCATELLI
Dan Buettner è un cinquantenne americano dal fisico atletico e dal passato avventuroso. Tutte le mattine, prima dello yoga, si sgranchisce i muscoli pattinando sul lago di Minneapolis. Ha attraversato in bicicletta l’Africa e l’Europa, e per anni ha vagato tra le rovine Maya del Sud America, inseguendo i fantasmi della civiltà perduta. Poi, sette anni fa, ha deciso di cambiare nuovamente rotta alla sua vita. Un po’ Darwin, un po’ eroe della mitologia greca, è partito con un gruppo di scienziati a caccia dell’elisir di lunga vita, visitando tutti gli ultracentenari del pianeta. Tornato a casa si è seduto alla scrivania con una mappa ricoperta di scarabocchi, gli appunti e il computer. Dopo qualche mese il suo libro «Lezioni per vivere più a lungo» (National Geographic, 2008), corredato di un planisfero con evidenziate le «zone blu», le regioni con il più alto tasso di longevità, era nelle librerie.
Dove si trovano gli eredi di Matusalemme? Sull’isola giapponese di Okinawa, nella comunità degli Avventisti del settimo giorno di Loma Linda, in California, nella penisola della Nicoya, in Costa Rica, e nella regione della Barbagia, in Sardegna.
Sì, l’acqua dell’eterna giovinezza non sgorga da una sola fonte. Ogni regione ha i suoi segreti.
In Giappone ci sono oltre 26 mila ultracentenari, 11 ogni 100 mila abitanti, e le donne hanno l’aspettativa di vita più alta del mondo: 86 primavere. Eppure anche per gli stessi giapponesi l’isola di Okinawa, e il suo arcipelago, hanno qualcosa di prodigioso: 32 abitanti ogni 100 mila superano i cento anni, e sull’isoletta di Amami la percentuale raddoppia. Il mistero è tutto in uno scioglilingua che gli anziani di oggi hanno imparato da bambini: «Hara hachi bu». Lo ripetono prima di ogni pranzo, per ricordarsi di mangiare solo l’80% di quello che hanno nel piatto.
Ma per Buettner sono fondamentali anche la vicinanza della famiglia e l’appartenenza a una comunità, soprattutto per le donne. «Si ritrovano quotidianamente in una specie di assemblea detta Moai - spiega dal suo sito - E parlano di tutto, anche di uomini e di sesso». Il resto lo fa la dieta: molto pesce, pochissima carne, tofu (il formaggio di soia), frutta e verdura. In particolare sono ghiotti di «goya», un melone amaro, e di «hecima», una spugna vegetale del luogo. La genetica avrebbe meno peso, perché i giovani che sono emigrati negli Stati Uniti, cambiando abitudini alimentari, vivono addirittura meno degli americani.
All’ombra del Gennargentu, invece, dove viveva Antonio Todde, 113 anni, l’uomo più vecchio del mondo, gli ultracentenari da Guinness si fanno fotografare sorridenti mentre zappano l’orto. Qui il patrimonio genetico e l’attività fisica sembrano contare più dell’alimentazione. I sardi non disdegnano la carne alla brace, la pancia piena e nemmeno un buon bicchiere di vino «ruju», ma sono consapevoli della lunga vecchiaia che li attende. Ai compleanni l’augurio più diffuso è «a kent’annos». E non è tanto per dire.
Anche la penisola della Nicoya, in Costa Rica, una terra dove anche il rhum si chiama «Centenario», è piena di arzilli ultranovantenni. Il segreto della longevità, in questo caso, è frutto di un mix: i geni degli antenati indios da una parte, dall’altra una dieta a base di frutta e una vita a macinare chilometri con le proprie gambe.
La longevità registrata a Loma Linda, una cittadina a 60 chilometri da Los Angeles, è ancora più sorprendente. Le falde acquifere sono inquinate e il vento spinge lo smog metropolitano dalla costa verso l’interno, rendendo l’aria irrespirabile. Eppure i nonni della comunità degli Avventisti del settimo giorno, una chiesa protestante, continuano a spegnere beatamente le loro 90 e più candeline. «Meditano, pregano e seguono i precetti dello shabbath, il riposo del sabato, eliminando ogni forma di stress - spiega Buettner - E poi sono vegetariani, non consumano zuccheri raffinati e fanno merenda con una manciata di noci, che fanno bene al cuore».
L’elisir in boccetta, da prendere tutte le mattine a qualunque latitudine, rimane una chimera. In compenso Buettner propone nove semplici regole, comuni a tutti gli ultracentenari del mondo, per prepararsi a sfiorare l’eternità: curare il giardino, camminare, giocare con i propri figli, circondarsi di amici fidati, mangiare frutta e verdura, non esagerare con l’alcol, mantenere la calma, pregare e frequentare abitualmente un luogo di culto.
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(Sabato 1 Novembre 2008)
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