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Le tedesche hanno vinto la guerra dei sessi

Libertè fraternitè egalitè. Vive la femme

I comuni mortali sono il sesso debole. Noi seduttori conquisteremo la parità




Abbiamo ormai perso la guerra dei sessi.

Ormai siamo il sesso debole, ma senza nessuna che ci voglia proteggere. Quando le donne erano il sesso debole avevano i maschi che le proteggevano. I maschi di oggi non li protegge nessuno e giacciono sdraiati “allo zerbino”.

Le donne, e non solo le donne tedesche, hanno vinto su tutti i fronti. Studiano di più, sono più preparate, lavorano meglio, sono più sane e più longeve, non si drogano, non perdono tempo in videogiochi e menate simili, sono più concrete e più pratiche, delinquono meno dei maschi e rubano meno. Hanno anche guadagnato tutte le leggi in loro favore, più diritti e meno doveri: il potere assoluto.

Noi seduttori ci adatteremo al “women power”. Noi non siamo comuni mortali e mutiamo in funzione dell’ambiente. Le donne vogliono “l’uomo nuovo”: noi seduttori mutiamo. Ma non mutiamo “per forza” come i comuni mortali costretti “allo zerbino”.

Noi muteremo in piedi, a testa alta, secondo l’evoluzione della specie che andrà verso la parità dei sessi.

Il nostro motto è:
Libertè fraternitè egalitè. Vive la femme.




Da "Tuteliamo gli uomini il nuovo sesso debole" di Andrea Tarquini
in la Repubblica.it, 25 febbraio 2010

BERLINO - Povero maschio, stai messo male. Hai perso la guerra dei sessi, almeno nelle società più avanzate. Le donne, in realtà moderne come quella tedesca ma non solo, ti hanno sorpassato o ti stanno detronizzando in ogni campo. Hanno imparato a conciliare carriera e figli, studiano di più e meglio, hanno un approccio più flessibile con le nuove tecnologie. Fumano e bevono meno, sono più sane, hanno una vita più lunga, è più raro che scelgano il crimine. La situazione degli uomini oggi, in Germania e nelle altre società postindustriali, è talmente drammatica e desolata che rende necessaria una nuova istituzione, una nuova figura: un incaricato governativo o un ombusdman, che si prenda cura delle pari opportunità per gli uomini. I quali ormai, non c'è nulla da fare, sono divenuti il nuovo sesso debole.

La proposta dell'ombudsman per le pari opportunità maschili sembra provocatoria, e vuole esserlo. Viene dal congresso sulla condizione maschile "Nuovi uomini. Ma è davvero necessario? Dibattito sull'approccio degli uomini a sentimenti ed emozioni" che si è tenuto all'università Heinrich Heine di Duesseldorf, per ironia della sorte anch'essa ormai un bastione del potere femminile: 60 studenti su cento sono ragazze. Come il 57 per cento dei maturandi nei ginnasi, le scuole superiori di qualità. Insomma, bisogna inventare un nuovo uomo, adattarlo al mondo nuovo, ma senza strappargli la sua virilità. Non è uno scherzo, hanno ammonito sociologi e psicologi nella conferenza al capezzale del maschio.

"La promozione delle pari opportunità negli anni Sessanta e Settanta è stata un successo", dice il sociologo Klaus Hurrelmann, ma inevitabilmente le donne hanno vinto a spese degli uomini. "Ci siamo dimenticati di loro, associandoci alla lotta del femminismo e delle donne". Con il risultato, tra l'altro, per le nuove donne vincenti di sempre maggiori difficoltà per trovare il "signor giusto". Donne vincenti ma a corto di uomini.

È colpa anche dei maschi, ovviamente. Attraverso le tempeste della rivoluzione femminista, della caduta dei Muri, di Internet, hanno continuato ad aggrapparsi al loro ruolo tradizionale di capofamiglia che lavora, ammonisce Hurrelmann. Non hanno capito appieno che le donne, specie le giovani d'oggi, vogliono e sanno far coesistere carriera e successo con famiglia e ruolo di genitrice. Il quadro generale descritto dal professor Matthias Franz lascia poche speranze. Vediamolo: ben più ragazzi che non ragazze (60 su cento) interrompono gli studi. Le donne in media vivono 5 anni più a lungo. Sanno condurre una vita più sana, indulgono meno dei maschi ai malsani piaceri di fumo, alcol e droghe, sono colpite più raramente da infarto o altre malattie cardiovascolari. A scuola e nelle università sono più brave, si applicano con più concentrazione, e con idee più chiare su cosa vogliono fare da grande. "Insomma, nell'istruzione, nella salute ma anche quanto a conoscenza della propria identità, i maschi offrono un quadro desolato". E senza un aiuto, istituzionale e politico, rischiano di non farcela.

Persino sul futuro della coppia non sono più loro, i tradizionali 'capofamiglià da secoli, a decidere. Il più delle volte è la donna a scegliere il divorzio o la fine della relazione, nota il sociologo Gerhard Amendt. E aggiunge: l'uomo che deve accettare divorzio o fine di un amore, il più delle volte non reagisce con un feeling di nuovo inizio della vita, ma ripiegandosi su se stesso. Per anni o per sempre. Così come a scuola e nelle università, i maschietti che si vedono e si sentono sorpassati dalle ragazze reagiscono chiudendosi su se stessi, lasciandosi andare nella quasi tossicodipendenza dai videogiochi, esplodendo in disperati accessi di aggressività. O cercando rifugio in famiglia, nel nido di mamma e papà, comodo ma senza domani.

L'uomo forte insomma è leggenda macho di ieri, passé, nota lo svizzero Walter Hollstein, studioso della psicologia maschile. Il maschio di oggi non ha saputo adattarsi a un mondo divenuto più femminile, nel potere ma anche nella cultura e nei costumi. "Agli uomini si chiedono sempre più spesso qualità femminili: più comunicazione, più capacità di mostrare sentimenti ed emozioni". Meno decisionismo, meno potere. E il maschio va in tilt. "Deve imparare più empatia, capire meglio se stesso". Di questo passo, forse sembrerà necessaria persino una politica delle quote. Non più quote rosa, ma quote per i maschi. Con le quote, con l'ombudsman, con nuovi sforzi per capire se stessi, urge inventare l'uomo nuovo. Capace di adattarsi al nuovo potere delle donne. Magari anche pronto a cercare carriera o vocazione della vita in campi tradizionalmente femminili, dall'insegnamento agli asili. Povero maschio, dicono i congressisti di Duesseldorf, ha perso la guerra tra i sessi e va aiutato. Se non nascerà pian piano l'uomo nuovo, anzi il maschio nuovo, ci perderanno anche le nuove donne: mancheranno loro partner affidabili.



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(Lunedì 1 Marzo 2010)


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