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Pseudo-seduttori

La fine di Califano

Per Califano la festa è finita



Ecco la storia di un comune mortale che si credeva e faceva credere di essere un grande seduttore ma in realtà era solo un volgare pay-boy, come noi abbiamo sempre sostenuto. (Notatene la somiglianza con un altro pay-boy, tale Falvio Briatore, anche quest'ultimo "grande seduttore" di marchette professioniste.)

Il povero Califano negli ultimi anni della sua vita, ormai al capolinea, faceva anche le comparsate sulle tv degli idioti per raccontarsi come seduttore. Sembra che abbia anche scritto una biografia della sua vita da pseudo-seduttore. Come Giacomo Casanova!

Califano si sentiva Casanova senza averne un micron di levatura né di classe. Casanova seduceva sia le principesse che le servette. Califano seduceva (forse) le coatte e le borgatare romane. Ma fare un confronto con Casanova è fuori luogo: è come confrontare un insetto con un leone. Se Giacomo leggesse il confronto con l’insetto vomiterebbe nella tomba. Ma una cosa in comune l’ hanno avuta, l’insetto ed il leone: dilapidare patrimoni e finire in miseria.

Il Grande Seduttore del terzo millennio accumula e seduce, non dilapida. Il Grande Seduttore del terzo millennio più passano gli anni più migliora in tutti gli aspetti della sua vita. Il Grande Seduttore sale, si ferma e si riposa, non scende mai di due gradini, al massimo di uno, per riprendere il controllo della salita, e poi risalire più stabilmente. Chi mi capisce mi capisce, chi non mi capisce guardi la tv del pomeriggio.

Califano era volgare nella sua natura e nel modo di proporsi. La sua storia è una storia che deve essere l’esempio da evitare per tutti gli aspiranti seduttori. Una storia di volgare pseudo-seduzione assurta agli onori della cronaca di Seduction.net solamente allo scopo di salvare gli aspiranti seduttori che hanno deviato dalle rette vie della sana seduzione. Una storia di alcol e droga e volgari marchette. La storia di uno sfigato che sta raccogliendo quello che ha seminato. Così deve essere, così sarà, cosi è giusto che sia, per tutti coloro che hanno deviato dalle rette vie della Santa Seduzione.

Califano seduceva le borgatare romane che rimorchiava all’Harry’s Bar di Roma, durante gli anni della dolce vita, ed anche dopo, le marchettare. Califano guadagnava facile ma spendeva troppo più facile. Spendeva “alla grande” per sedurre coatte e borgatare! Macchinoni, locali “vip&pip, marchette tv e non. Seduceva le sciampiste dei tempi disposte a tutto per svoltare nel mondo della dolce vita. A quei tempi bastava essere un personaggio televisivo per farsele tutte, quelle di borgata.

I seduttori anziani mi raccontano che ai tempi di Califano bastava spostarsi in borgata con la Porsche per trovarsi la macchina piena di gnocche (“Ti bussavano al finestrino”)! Altri tempi. Oggi anche la coatta se la tira e tutto le è dovuto, “gratis”. Oggi siamo ai tempi dell’ “orgoglio coatto”. Oggi i successori dei “califano” sono i vari “corona”, specialisti in marchette solo tv, che faranno tutti la stessa fine, quando il tempo sovrano vorrà.

Se analizziamo le due tipologie di questi volgari pseudo-seduttori, più propriamente puttanieri, ed i loro percorsi di vita, notiamo molti parallelismi. Vite parallele in epoche diverse.

Vite da pseudo-seduttori che non hanno nulla in comune con le nostre vite da Grandi Seduttori.

La nostra seduzione è poco alcol, niente droga, tasche piene, tanta sana gnocca, e tanta Santa Seduzione.

Per noi: “semel in anno licet insanire”.
Per Califano la festa è finita.



la Repubblica 08 novembre 2010
L'APPELLO «I DIRITTI SIAE NON MI BASTANO DOPO LA FRATTURA DI TRE VERTEBRE»
Califano: «Chiedo la legge Bacchelli Adesso sono povero»
Il crepuscolo del «Califfo»: caduto dalle scale, niente più serate

ROMA - Franco Califano, 72 anni, povero e malato, chiede aiuto allo Stato e invoca la legge Bacchelli. «Sì, non me ne vergogno: il 15 luglio di quest'anno sono caduto dalle scale e mi sono rotto tre vertebre. Questo incidente ha fatto venir meno la mia unica consistente fonte di reddito, ovvero le serate. E mi ha messo in ginocchio».

Scusi, Califano, perché dice «unica fonte di reddito»? Lei è un autore affermato, non ci sono i diritti d'autore? «Mah, io non so bene come funzioni la Siae, so soltanto che prendo circa diecimila euro a semestre. Sempre diecimila, misteriosamente non aumentano né diminuiscono mai. Non ce la faccio. Oltre a tutto vivo in affitto. E in questo momento non sono più autosufficiente con tutto quello che la cosa comporta».

E così lei non disdegnerebbe un aiuto da parte dello Stato? «Io non credevo che fosse possibile. Ma alcuni amici, come il mio medico curante e il senatore Domenico Gramazio del Pdl hanno preso a cuore il mio caso e mi hanno spiegato che esiste una legge, la cosiddetta legge Bacchelli, che prevede un sussidio mensile vitalizio per persone che abbiano dato lustro alla cultura italiana. Ne so poco, ma mi sembra di avere tutti i requisiti per beneficiarne».

La Bacchelli (legge n. 440 dell'8 agosto 1995) prevede l'assegnazione di un contributo straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in situazioni di indigenza.
Il senatore Domenico Gramazio conferma: «Presenterò al ministro Bondi la proposta nella quale chiedo di applicare a Califano la legge Bacchelli. Perché è un poeta che ha scritto alcune delle canzoni più belle della storia della musica leggera italiana e si trova in una situazione non florida».

Senatore, ma l'attuale reddito di Califano è superiore a quello di molte famiglie. Come pensa che la prenderanno i lavoratori e i cassintegrati? «Molte persone famose delle sport o dello spettacolo hanno realizzato miliardi e poi, per una serie di ragioni, si sono ritrovate in difficoltà. Ricchi che si sono mangiati tutto. No, non ho dubbi, io vado avanti. E poi è davvero sicuro che la gente la prenderà male? "Califfo" è un eroe popolare. Lo invitai a una festa in piazza Tuscolo a Roma e richiamò cinquemila persone. E poi, anche se la cosa non è rilevante, è sempre stato un uomo di destra in tempi non sospetti».

Califano, lei è un artista molto popolare. Ma è davvero sicuro di meritare questo beneficio? «Direi di sì. È vero, sono stato un artista di fama, ma ho avuto anche un sacco di guai. Sono finito in galera per tre anni e il pubblico quando sono uscito non mi ha abbandonato».
Belle donne, auto di lusso. Lei non è stato certamente una formica... «No, lo ammetto. Ora comunque sono con le spalle al muro. Quando le cose andavano bene non ho pensato a comprare una casa anche perché amavo cambiare spesso luogo: mi spostavo in continuazione fra alberghi, residence, città diverse. Ora, anche se me lo potessi permettere, non comprerei una casa. Per chi? Non ho figli, non ho eredi»

«Minuetto», «La musica è finita», «Tutto il resto è noia», «Un'estate fa» sono pezzi fondamentali della cultura musicale italiana. Come pensa che reagirebbe il comune cittadino se le venisse assegnata la pensione per artisti poveri? «Non lo so. Chi mi conosce davvero sa che sono sempre stato una brava persona. Non dimentichiamo che fui arrestato nel 1970 per possesso di stupefacenti, nella vicenda che coinvolse Walter Chiari, e rifinii in carcere nel 1983 per lo stesso motivo e pure per porto abusivo di armi, questa volta insieme a Enzo Tortora. In entrambi i processi sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Forse lo Stato mi deve qualcosa».

Dopo una vita spericolata... Lei stesso, in una delle atobiografie confessa di aver avuto oltre mille amanti. «In effetti non ero uno che badava a spese. Quando usciva un nuovo modello di auto il primo veicolo disponibile era il mio. Per non parlare delle moto (passione che mi è passata quando è arrivato l'obbligo del casco). Quando avevo storie con attrici importanti abitavo all'Excelsior o al Grand Hotel. Avevo sempre come minimo tre macchine, una Mercedes, una Jaguar decappottabile e una Maserati o una Ferrari (con la quale ho avuto un pauroso incidente). Ma poi ho sempre aiutato tutti: amici veri e falsi».
Tutto questo sembra però lontano. L'affitto non viene pagato da mesi, la linea telefonica fissa è staccata, la voce incerta, l'argomentare faticoso. E tutto il resto è noia.

Mario Luzzatto Fegiz



Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione. Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.



(Lunedì 8 Novembre 2010)


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