Contrordine americano
L'edonismo anticamera dell'infelicità
Il successo a tutti i costi conduce alla depressione
la Repubblica 18 marzo 2011
SOCIETA'
Volontariato, figli, lavoro
i piaceri che allungano la vita
Aiutare gli altri dà più gioia del buon cibo o di un bel film. In uno studio inglese l'ultima ricetta del benesser. E dagli Stati Uniti confermano: gli edonisti rischiano la depressione
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Siete edonisti o eudemonisti? Niente paura, rifacciamo la domanda: per voi la felicità si traduce in una bella mangiata al ristorante, un bel film al cinema, la vittoria della squadra del cuore (per non parlare d'altro), oppure nell'allevare i figli, fare volontariato, svolgere un'attività che vi appassiona e magari è pure socialmente utile? Se appartenete al primo gruppo, non siete veramente felici; anzi, a forza di rincorrere un piacere materialistico, rischiate di essere spesso tristi e insoddisfatti. Se invece vi riconoscete nel secondo gruppo, non solo starete meglio di salute e di umore, ma conserverete anche un'estrema vivacità mentale fino ad età avanzata e vivrete più a lungo.
L'eudemonismo, secondo il vocabolario, è una dottrina che riconosce come legittima l'aspirazione dell'uomo alla felicità: diritto che per esempio la Costituzione americana sancisce ("the pursuit of happiness", il conseguimento della felicità) per tutti i cittadini degli Usa. Ma secondo studi emersi nell'ultimo decennio questa interpretazione del termine è fuorviante. Il nome deriva dal greco antico, "eudaimonia", che letteralmente vuol dire "essere con un buon (eu) demone (daimon)", intendendo quest'ultimo non nel significato negativo corrente, bensì come "genio, spirito guida". Aristotele affermava che gli esseri umani possono raggiungere lo stato di "eudaimonia" realizzando il proprio potenziale e vivendo in modo virtuoso: perciò, affermano i nuovi studi, pensava a qualcosa di assai diverso dalla felicità come viene oggi comunemente intesa.
Quest'ultima, un tempo terreno quasi esclusivo degli innamorati, è diventata oggetto di dotte ricerche: esiste perfino un "indice della felicità", per determinare dove si vive meglio non solo in base al reddito. Recenti studi in tale campo, chiamato dagli specialisti "psicologia positiva", cercano di riportare il concetto di felicità nei termini in cui lo intendeva appunto Aristotele. Uno studio dell'università inglese di Reading rivela che chi vive "virtuosamente", per dirla con il filosofo greco, vede le cose più positivamente di chi mette l'accento sulla ricerca del piacere. Un altro, condotto dalla San Diego University, osserva che tra il 1938 e il 2007 i sintomi di depressione, paranoia e psicopatologie sono costantemente aumentati tra gli studenti americani, spiegando il fenomeno con la crescente importanza data al materialismo, allo status, al denaro nel mondo occidentale.
Coloro che si dedicano ai familiari, al prossimo, al lavoro ben fatto, secondo statistiche citate in questi e altri studi, hanno mediamente una vita più lunga, una salute migliore (con meno probabilità di ammalarsi di disturbi cardiovascolari, osteoporosi, morbo di Alzheimer) e una felicità più piena, rispetto a chi rincorre un quotidiano piacere edonistico. Naturalmente non c'è niente di male a desiderare di essere felici, ammette il professor Richard Ryan, docente di psicologia alla Rochester University: "Ma concentrarsi troppo su se stessi può diventare un circolo vizioso, un peso psicologico", dice lo studioso al Wall Street Journal Europe, che ha dedicato una pagina al tema. Essere felici, insomma, non vuol dire essere continuamente euforici. Al contrario, il segreto di una contentezza a lungo termine potrebbe essere non pensare troppo alla felicità ("La felicità è come la salute", avvertiva Cechov, "quando la possiedi, non te ne accorgi"). E il tipico stress dell'uomo e della donna d'oggi, alla ricerca di un precario equilibrio tra lavoro, famiglia e impegni vari, potrebbe dunque contenere la chiave della felicità: "Concentratevi sui rapporti che contano e su un mestiere che amate", suggerisce il professor Ryan. Coltivate il vostro orticello, avrebbe riassunto Voltaire.
Ecco finalmente.
Dopo che gli psicopazzologi hanno smontato le menate sulla seduzione pnl vengono ora smontate tutte le menate (“smontate le menate” ci fa pure la rima) pnl per la ricerca della felicità. La ricerca dell’"happiness”, del successo e dei soldi a tutti i costi, con le tecniche manipolative per idioti pnl porta solo alla depressione. Finalmente si torna ai nostri classici e si smentiscono i vari “Anthony Robbins” e tutte le loro imitazioni da strapazzo, da strapazzo più che l’originale, che poi originale non era neppure quello.
Noi li abbiamo smontati già da dieci anni, ora arrivano gli “scienziati”, costantemente in ritardo di dieci anni sulle nostre scoperte. Ci fa veramente riflettere su quanto sia composta da idioti la comunità degli “scienziati” che per decenni non si sono accorti della falsità e della dannosità di quella filo-idiozia di vita e di quelle tecniche per “schizzati”.
Non è un caso che gli americani “Yeah… oh yeah… uaho… what’up… all's well” poi entrano a scuola o in un ufficio con i proiettili in canna e dopo averne fatto fuori una decina si sparano in bocca.
L’edonismo americano e le loro tecniche auto-manipolative per il successo a tutti i costi quando non li fanno “schiattare” in proprio (ben venga) portano a questi risultati socialmente devastanti. L’egoismo e l’edonismo americano sono spesso l’anticamera dell’omicidio e del suicidio.
Ci fa ridere il sottotitolo di “la Repubblica”: ”E dagli Stati Uniti confermano:
gli edonisti rischiano la depressione”. Dopo che per decenni hanno professato l’edonismo ora confermano che rischiano la depressione! Confermano? Cosa confermano? Confermano solo che sono degli idioti.
Niente contro gli americani che se bombardano immediatamente Gheddafi si potrebbero in parte riscattare da tutte le guerre inutili e fallimentari. Gli americani restano comunque il popolo più infelice e manipolabile del mondo. Non sappiamo se le statistiche se ne siano accorte ma sappiamo che le religioni più astruse se ne sono ben accorte: negli Usa c’è un business di miliardi di $. L’americano può credere all’asino che vola e che mentre vola fa i miracoli dal cielo, basta che l’asino glielo vendi con le tecniche del marketing manipolativo. Uno che può credere all’asino che vola può anche credere senza sorta di dubbio al miracolo della passeggiata sui carboni ardenti o alla seduzione del “Fantozzi of Usa” che con due paroline magiche se le fa tutte in 7 minuti. E’ evidente la similitudine tra il marketing manipolativo e la retorica di Platone che nel Gorgia sosteneva che la retorica non è arte né scienza ma εμπειρία (empeirìa) che significa tecnica di persuasione per convincere gli ignoranti. Cioè pnl.
Lasciamo stare gli americani e le loro “pnllate fantozziane” e torniamo alla filosofia dei nostri classici applicandola alla vita ed alla seduzione. Perché dai tempi dei nostri classici non c’è stata la minima mutazione genetica. Noi siamo gli stessi identici e rispondiamo agli stessi meccanismi di specie. E’ cambiata la forma esterna della società ma non è per nulla cambiata la natura umana. Questo è un punto fondamentale da tener presente per ispirarsi alla migliore filosofia di vita.
Lo abbiamo sempre scritto su Seduction.net che la filosofia di vita più sana e felice è quella che ci hanno insegnato i nostri classici. Filosofia che non ha niente a che spartire con la “filo-idiozia” pnl e neppure con l’edonismo reaganiano, peraltro già gravemente e pericolosamente rincoglionito quando era presidente Usa.
E se per la seduzione lo status ed i soldi contano più che nel passato, il loro eventuale raggiungimento non deve minimamente intaccare i valori umani o l’equilibrio mentale. Lo status e la ricchezza che si raggiungono forzatamente al prezzo della perdita dell’equilibrio e dei valori umani fanno più danni che donare ricompense. I danni forse non si vedranno oggi ma si vedranno sicuramente domani. Analizzate le vite di certi personaggi noti e vedrete che i conti tornano. Cioè il conto arriva e più tardi arriva più è salato con gli interessi. Di molti che non sono già “scoppiati” voi non ne conoscerete la situazione reale nella quale stanno pagando il conto per avere violato gli equilibri della specie. Se faranno una vita “da purgatorio” non saprete mai niente. Se “schiatteranno” sarete informati. Proprio in questi giorni sono stato informato di tre conti salati consegnati a tre edonisti di mia conoscenza.
Un’ultima considerazione. Il collega GS in stato di sospensione, che presto ritornerà fra noi speriamo con una migliore condotta, mi ha inviato una mail dove ci conferma con il suo ennesimo case che il felice, giulivo, giocoso col sorriso stampato, non seduce neppure una capra. Seduce alla grande invece chi… [continua nel Forum riservato]
Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione.
Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.
(Venerdì 18 Marzo 2011)
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