La casta dei cretini
Tutta la verità sul futuro dell'Italia
Il vero pil 2013 sarà - 4,6% (meno 4,6 per cento)
Nessuno investirà in Italia
Seduction.net è un Oracolo.
Non solo sul futuro della Seduzione ma anche sul futuro dell’economia, della qualità della vita, delle migrazioni dei popoli, dei cambiamenti del mondo. Scriviamo ossessivamente in molti articoli sin dal 2006 dell’espatrio felice e infelice. Eccone tre fra i più “antichi”: Gnocca e lavoro, L'espatrio felice e ancora l' "Espatrio felice". Ora il Fatto Quotidiano ha aperto una rubrica dedicata all’espatrio: Cervelli in fuga. Quanti anni dopo di noi?
Se ne sono accorti tutti, ma 7 anni dopo di noi. I media e i politici arrivano a capire il mondo sette anni dopo di noi. Gli “scienziati” della seduzione invece ci arrivano dopo vent’anni.
Forse sarebbe il caso di secretare in chiaro le nostre previsioni sul futuro. Il conoscere il futuro può regalare dei vantaggi. Ci sto riflettendo seriamente sul secretare. Regalare ai giornalisti incapaci del paese dei raccomandati gli argomenti che dovranno trattare in futuro non ci interessa per nulla. Ora tutti copiano Seduction.net, non è più quando ci copiavano solo il pene.
Il vantaggio di conoscere le previsioni di cosa accadrà dovrebbe essere un privilegio dei GS. Dio mi ha regalato questo dono ed io non lo voglio regalare al mondo ma solamente alla “Casta GS”. E dovremo anche imparare a come sfruttarlo.
Anche Beppe Grillo è arrivato dopo di noi, noi siamo arrivati alcuni più anni di lui e prima del libro “La casta”. Il libro “La casta” (che non ho letto) è del maggio 2007, questo articolo, e non è il primo, è dell’ottobre 2006! Non avranno mica preso lo spunto?
E ora un’ultima previsione che si può invece regalare a tutti. I politici ladri, cretini e ignoranti, ma anche “furbetti del quartierino” che sanno tenere a bada il popolino, parlano continuamente di ripresa e rilancio dell’economia. Quel cretino dell’ex ministro Grilli, chiamato dal più cretino di lui Prof.Monti (un Prof. di economia che non capisce l’economia immaginate cosa possa capire delle materie delle quali non è Prof.) aveva assicurato la ripresa nel 2013. Il dato tendenziale della ripresa del 2013 è – 2,4% (in lettere: meno 2,4 per cento). Questa è la ripresa del cretino Grilli e del subnormale professor Monti. La ripresa però c’è stata per Monti, che ci ruba lo stipendio di senatore a vita, pagato da noi.
Ma perché noi paghiamo i più incapaci e i più cretini che vanno a far parte della classe dirigente?
Ecco come e perché succede, poi parliamo della “ripresa”.
All’origine c’è il principio di “Dio li fa e poi li accoppia”. All’origine i più cretini (quoziente d’intelligenza sotto la norma) hanno fondato un ambiente propizio per la migliore sopravvivenza del cretino. Senza quest’ambiente Monti potrebbe fare solamente l’usciere al ministero. Lasciano entrare nel giro i più cretini di loro, si frequentano e si aiutano. Hanno imparato a compensare il loro handicap gettando fumo negli occhi. Sfruttano alcuni meccanismi della comunicazione tipo che la massa è ignorante e va manipolata col fumo negli occhi e non serve a nulla essere bravi e intelligenti. Gli economisti s’inventano algoritmi e grafici e vendono le loro consulenze a chi non ci può capire nulla, anche perché non hanno né capo né coda. Fumo pagato a peso d’oro, curriculum da scienziato sulla carta, falsa immagine ed autorevolezza proveniente dal fumo: una vera truffa.
Ma chi compra il fumo ha anche la sua convenienza, diretta (tangente) o indiretta, e con l’indiretta si può fare di tutto di più nella legalità. Tipo: tu assumi il mio amico che ha sistemato mia sorella ed io ti compro il grafico! Questo è l’esempio più elementare, non vi dico di quelli più indiretti e più sofisticati che qui veramente ci vorrebbe l’algoritmo.
La chiave della classe dirigente dei cretini è l’ambiente. All’ambiente si accede tramite conoscenze o nelle università per cretini, dove insegnano i Prof. più cretini, tipo la Luiss e la Bocconi. Una volta entrati si scambiano gli incarichi nel loro ambiente. E’ importante frequentarsi. Così il cretino Monti passa dall’università all’Unione, poi rientra come senatore a vita e premier, poi fonda il partito. Tutti si scambiamo gli incarichi “a giro”, ovviamente solo fra i cretini che fanno parte del “giro”.
Il “giro dei cretini” è la classe dirigente. Che poi siano anche ladri è un di più. Il cretino non ladro viene comunque ben pagato perché fa gli interessi del “giro dei cretini” e a lui basta questo emolumento per vivere al meglio da cretino. I cretini più ladri vengono messi come AD delle aziende controllate dal “giro dei cretini”. Devono spremere l’azienda fino a portarla sull’orlo del fallimento e fare gli interessi del “giro dei cretini”, assumendo anche nuovi “cretini da manovalanza” che interessano al giro. Se non accetti di far parte del “giro dei cretini” sei fuori dal sistema. Sto scrivendo cose delle quali ho la massima conoscenza, ne conosco tutti i meccanismi sia direttamente che attraverso il SISN (Servizio Informazioni Seduction.Net) non intercettabile perché le informazioni vengono scambiate a voce e con i sistemi più sicuri dei Servizi Segreti e sono archiviate solo nella mia testa.
Questo è il sistema per sommi capi ma potrei scriverci un libro se non fossi troppo impegnato con la seduzione.
Per prevedere che non si tornerà mai più quinta potenza industriale del mondo con la logica (a intuito lo si percepisce) dobbiamo aggiungere a questo “giro dei cretini”, che è endemico, la mafia, l’illegalità, i pizzi, le tangenti, la burocrazia parassita che frena l’economia, le assunzioni degli incapaci imposte dal “giro dei cretini”, i servizi da terzo mondo, e cercare di capire perché un investitore dovrebbe investire in Italia quando c’è tutto il mondo che fa ponti d’oro a chi investe. Io non riesco a trovare neppure una ragione. Neppure mezza.
Cosa succederà? Il governo dell’inciucio getterà del fumo negli occhi al popolino (tecnica che i cretini ben conoscono). Approveranno qualche provvedimento che il popolino percepirà come un segno di cambiamento. Per rimandare il crollo, e loro restare a galla il più a lungo possibile, a raschiare il barile.
Considerate sempre che il Pil non va più calcolato per paese, che in una economia globalizzata conta più nulla, ma ancora gli economisti non l’hanno capito e i politici non vogliono dirvelo. Va considerato lo “spread del pil”.
Se il Pil mondiale nel 2013 sale + 2,2 (come previsto dalla Banca Mondiale) e noi facciamo – 2,4 ciò significa abbiamo fatto – 4,6 ( - 2,2 - 2,4 = - 4,6). Nel 2013 faremo – 4,6. Scrivete un’e-mail al cretino Grilli. Iniziate cosi: “Eminente Cretino, …”.
Nella destinazione della seduzione all’estero dove i GS sanno che sto “lavorando”, tutte le ragazze che sono state a Roma mi hanno detto la stessa frase che ormai è uno slogan: “Città bellissima sporchissima noiosa servizi pessimi”.
Roma è Italia, la città più bella del mondo, per vox populi. Nessuno ci torna una seconda volta perché è diventata una fogna (la prima visita è un must anche se ti sputano addosso). Chi la amministra ruba e basta. A Roma non passano mai gli autobus o ne passano due e poi nessuno per un’ora. La metro funziona a cazzo, rimodernata con lavori funzionali alle tangenti non al servizio, non ci sono neppure i cartelli giusti ma i marmi si! Le scale mobili spesso non funzionano. In tutti i paesi dell’Unione gli orari dei bus non sballano neppure di un minuto, mai visto all’estero una scala mobile che non funziona. Roma, da caput mundi a cloaca mundi.
Con queste previsioni conviene restare in Italia solo a chi abbia già raggiunto una certa posizione di benessere e vuole lottare per un downshifting il meno devastante possibile. Chi non ha ancora raggiunto una certa posizione non si faccia infinocchiare dal fumo negli occhi gettato dai politici criminali. Il sistema è quello descritto, lasciate ogni speranza voi che restate. Scappi chi può.
Ed ora leggete anche questo articolo con le mie sottolineature:
Generazione in fuga / Addio all’Italia:
aumentano i giovani con la valigia in mano
Nel 2011 hanno rinunciato alla residenza 50 mila connazionali, ma il vero numero di quanti sono espatriati è molto più elevato
Uno sguardo intorno. Un respiro lungo. E Italia addio. Non chiamateli cervelli in fuga, definizione semipornografica, come se le persone avessero un pregio per via dei loro pezzi, a un tanto al chilo. Chiamiamoli italiani che vedono sempre meno possibilità di una vita sensata, basata su un’occupazione pagata, in un Paese che offre sempre meno lavoro, meno soldi e meno senso. La politica, in ritardo, cerca soluzioni, come ha fatto nel vertice quadrilaterale di venerdì a Roma. È un fatto che in tanti se ne stanno andando, molti sono giovani. Forse parlare di generazione in fuga è troppo. Ma è una generazione con la valigia in mano.
I NUMERI
All’Istat spiegano che è emigrato chi trasferisce la propria residenza all’estero per almeno 12 mesi. Questo è il criterio internazionalmente accettato. A tenere i conti di quest’esodo è l’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. Al 31 dicembre 2012, vi risultavano iscritti 4.341.156 connazionali, sia coloro che sono emigrati nei decenni passati, sia quelli di uscita più recente.
Gli ultimi dati disponibili riguardano il 2011. E dicono che in quell’anno poco più di 50 mila italiani hanno cancellato la loro residenza in patria. Nel 2010 lo avevano fatto in 39 mila, altrettanti nel 2009. Se si guarda alle classi di età, colpisce un dato: mentre dal 2003 al 2010 il numero dei connazionali emigrati tra i 20 e i 35 anni è stato stabile, (tra i 15 e i 16 mila), nel 2011 è balzato a 19.759.
Sotto il sasso dei dati Aire c’è però una montagna nascosta. Chi va all’estero, soprattutto se per periodi inframmezzati da ritorni in patria, non cancella subito la residenza e spesso non lo fa affatto. Lo prova il dato tedesco: nel 2012 ben 42.200 mila italiani sono andati a vivere in Germania, il 40% in più rispetto all’anno precedente. Fino al 2009 il saldo era negativo, rientravano più connazionali di quanti si trasferivano in Germania.
IL DANNO
«Si emigra verso tutte le mete, ma in particolare verso i Paesi dell’Unione europea e chi lo fa, almeno inizialmente non sposta la residenza», conferma il professor Gianfranco Viesti, professore di Economia all’Università di Bari, uno degli studiosi più attenti ai processi del Mezzogiorno. «Il dato nuovo - dice - è che tutte le regioni italiane sono coinvolte, non soltanto il Sud, tradizionale terra di emigrazione». L’Italia, insomma, si sta meridionalizzando. E, come è stato per il Sud, se il fenomeno diventa strutturale, avverte l’economista, «le ferite saranno molto gravi: il nostro Paese sopporta dei costi di formazione, che l’Ocse ha calcolato in 250 mila euro per ogni giovane universitario, il costo di crescere un figlio e farlo studiare». Inoltre, «emigra chi è più “imprenditivo”, più disponibile al rischio. Insomma sono assunzioni pregiate: se le perdiamo il danno sarà maggiore».
GLI STUDI
L’università Federico II di Napoli ha reso noto che (su un campione di 2000 unità) il 34,1% per cento dei suoi laureati degli ultimi 5 anni lavora o insegna all’estero. «L’emigrazione dal Sud al Nord d’Italia, negli anni ’60, fu colossale. Ma quello che sta succedendo, in un certo senso, è peggio, perché c’è un’aggravante qualitativa: va via la fascia alta, i laureati», commenta l’economista Carlo Borgomeo, della Fondazione ConilSud. Che mette in guardia: «In un mondo globalizzato la battaglia non deve essere quella di trattenere i migliori in Italia, ma di creare una vera circolazione di talenti: oltre a esportarli, dobbiamo attirarli da noi».
I SONDAGGI
E’ indigesta la miscela occupazioni precarie/paghe basse/servizi scarsi o inesistenti/mancanza di prospettive: un’indagine condotta da Swg per Coldiretti ha rivelato che il 59% degli studenti è pronto a lasciare l’Italia. Spiega Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale dell’associazione: «Vogliono andarsene i giovani disoccupati (53%) ma anche quelli che già lavorano (47%). E ben il 73% dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro. Il profilo del “bamboccione” è smontato. Abbiamo formato la generazione più preparata della storia repubblicana ma non siamo capaci di offrirle un lavoro».
Secondo il rapporto Svimez 2012, «nel generale “impoverimento” delle condizioni del mondo del lavoro, sono soprattutto i giovani che hanno pagato la crisi: non a caso tutta la perdita di occupazione si concentra nelle classi di età giovanili (sotto i 35 anni)». L’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, nel suo rapporto 2012, conferma che l’emigrazione all’estero riguarda tutto il Paese: «Nel 2010 da tutto il Sud sono espatriati 10.800 meridionali, contro gli oltre 28.000 del Centro-Nord. Si sono diretti soprattutto in Germania, quasi uno su quattro».
LA SFIDA
Abbiamo raccolto un’opinione diversa, in parte controcorrente, in Confindustria. Questa: il fatto che i giovani emigrino, in un mondo globalizzato, è positivo. La vera domanda è: perché le università tedesche attirano 50 mila studenti cinesi e quelle italiane soltanto 1500? Perdiamo individui capaci (30 mila i ricercatori italiani all’estero, secondo stime di Confindustria), senza riuscire ad attrarne altrettanti.
L’EMERGENZA
La perdita netta di intelligenze va di pari passo con il calo degli investimenti esteri: «Nel 2007 le multinazionali investivano 46 miliardi di euro da noi, nel 2012 si sono ridotti a 14». Intanto, «il lavoro, da noi, è stato espulso dal processo formativo». Mentre la Germania, dove formazione tecnica e imprese vanno a braccetto, offre a ragazzi spagnoli e italiani l’opportunità di un passaggio nel sistema duale, offrendo loro 8000 euro all’anno per un biennio negli istituti tecnici, al termine del quale viene loro offerta la possibilità di un posto.
Domenica 16 Giugno 2013 - 09:22
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(Mercoledì 19 Giugno 2013)
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