Vita da seduttori
Seduzione secondo Woody Allen
L'infelicità nella seduzione è della natura umana
Woody Allen è un geniale analista della natura umana, del senso della vita, della seduzione e del rapporto di coppia. Pessimista, dissacratore, ironico e autoironico. Pur non avendo il physique du rôle de séducteur conosce in profondità l’animo del seduttore.
In questa intervista pubblicata su l’Espresso ci conferma alcuni meccanismi della seduzione che noi ben conosciamo. Ho estratto la parte dell’intervista che riguarda la seduzione e il rapporto uomo donna e ne ho sottolineato alcune frasi.
Interessante... è un americano... e afferma le stesse cose che noi predichiamo da sempre: "Siamo ancora alle prese con le stesse domande alle quali i più grandi filosofi - dai greci a Kierkegaard - hanno cercato di trovare una risposta".
Woody Allen è un americano contro le amerikanate, dalla pnl truffa alle truffe affini. Famosa è la frase esposta dentro la vetrina di Feltrinelli:
“Ho fatto un corso di lettura veloce, ho letto Guerra e pace in venti minuti, è un libro sulla Russia”.
Woody Allen. La seduzione del genio.
l'Espresso. Woody Allen si racconta: "La vita è terribile, per fortuna che c'è il cinema"
Resta sempre convinto che la vita sia una lotta esistenziale?
«Riesco a sopravvivere distraendomi. È una via di fuga, lo so, ma funziona. Pensate quante persone si distraggono guardando orribili spettacoli televisivi o partite sportive, concentrando tante energie e aspettative su chi vincerà un insignificante incontro di calcio o andando al cinema. Io continuo a fare film nella vana speranza di realizzare un vero capolavoro anche se mi rendo conto che la maggior parte dei miei film sono dei fallimenti».
Come spiega allora il suo successo?
«Sono stato incredibilmente fortunato. Ho avuto la capacità di divertire il pubblico, scrivere battute e raccontare storie che in qualche modo interessano la gente. Ma è pura fortuna e non credo di essermi meritato per questo la posizione privilegiata di cui ho goduto, con la possibilità di girare un film ogni anno e di vivere una vita molto confortevole. Ecco perché uno dei temi principali di parecchi miei film è l’elemento della fortuna. A molte persone non piace ammettere che gran parte del loro successo nella vita è dovuto al puro caso. Preferiscono credere di essere brillanti e di essersi potute affermare grazie al duro lavoro. Ma quanti lavorano altrettanto duramente e hanno altrettanto talento, e però sono dei completi falliti? La maggior parte delle persone rifiuta di ammettere che tanta parte della vita dipende dalla sorte perché questo metterebbe in crisi la loro identità e la convinzione di essere padroni del destino. Io invece sono sempre stato consapevole di essere stato molto fortunato».
Anche la felicità dipende dalla fortuna?
«Sono due cose separate. La felicità spesso dipende dalla capacità di ignorare gli eventi terribili che accadono nella vita e di concentrarsi solo su quelli buoni [Come consigliano tutti gli psicopazzologi da tv, ndm]. Ma raramente le cose vanno come ci aspettiamo. Spesso siamo delusi dai nostri rapporti sentimentali. La maggior parte delle persone non si sente creativamente e intellettualmente soddisfatta dal proprio lavoro. Ma alcuni hanno un loro modo di superare o aggirare la realtà, e si illudono di essere felici. Capita a tutti, e io non voglio certo criticare chi si consola in questo modo. Il mio modo di affrontare le negatività della vita, come l’invecchiamento o il fatto di non vivere all’altezza delle mie ambizioni, tuttavia è quello di continuare a lavorare, guardare le partite o andare al cinema. È il mio modo di illudermi e tenermi occupato per non cadere nella disperazione di fronte al lato più oscuro delle cose. Posso correre sul mio tapis roulant ogni mattina e mangiare cibi sani, ma alla fine la morte verrà a prendermi».
Molti dei suoi film come “La rosa purpurea del Cairo” o il più recente “Midnight in Paris” hanno in comune questa fuga dalla realtà. La tendenza a fantasticare è per lei una dimensione così importante?
«La vita reale è molto spesso più noiosa e inevitabilmente più triste. In un film, puoi controllare tutto quel che succede e puoi indulgere nelle fantasie e nei sentimenti più romantici evadendo dalla realtà. Puoi fare tutto quello che vuoi. Ecco perché è molto seducente e piacevole guadagnarsi da vivere col cinema. Ti svegli la mattina e vai a lavorare circondato da belle donne e tipi brillanti e spiritosi, ti inventi delle storie e tutti si calano nella loro parte. La musica è bellissima. Non vivi la tua vita, ma crei qualcosa che va ben oltre questa dimensione. Qualcosa di bello, ma non di vero. Situazioni divertenti, realizzabili soltanto nella finzione». [Noi GS invece possiamo creare una realtà che i comuni mortali vedono solo al cinema, ndm]
Un altro leitmotiv dei suoi film è l’incapacità di molti di trovare il partner giusto. È il destino dei più?
«Spesso uomini e donne si innamorano della persona sbagliata, o di qualcuno che non prova alcun interesse per loro. Le variabili in gioco sono talmente tante che gli esseri umani tendono ad accontentarsi di molto meno di quel che vorrebbero o sperano che il loro cuore li stia conducendo nella direzione giusta. Ma non è sempre così. Parlando con i miei amici mi sono trovato a sostenere che gran parte della nostra vita e della nostra felicità dipendono dal destino. Due persone devono essere molto, ma molto fortunate se si innamorano e riescono anche ad andare d’accordo nella vita di ogni giorno».
Ma non si può arrivare a un compromesso? È davvero così importante che, all’interno di un rapporto, ciascun partner faccia esattamente ciò che vuole?
«È una questione di equilibrio. Bisogna sperare che la relazione non ci imponga di accettare così tanti sacrifici e compromessi da renderci infelici strada facendo. Sono convinto che le persone seguano il loro cuore anziché la loro testa, ovvero che si innamorino per ragioni che non si possono spiegare. O peggio ancora che si innamorino di persone completamente sbagliate sotto ogni aspetto pratico. Spesso non riusciamo a trovare l’armonia con un’altra persona, perché ciascun partner, all’interno di un rapporto, è guidato dai propri desideri e da impulsi contrastanti. Quel che poi complica ancor più le cose è che a volte questi desideri cambiano nel tempo. Improvvisamente, smettiamo di amare, non riusciamo a spiegare perché, ma succede».
L’amore è dunque qualcosa di molto fragile e sfuggente?
«C’è solo da sperare che le cose funzionino. Anche se sei profondamente innamorato di qualcuno hai sempre bisogno di trovare una forma di convivenza che permetta a te, e al tuo partner, di sentirti amato e sicuro, mantenendo al tempo stesso la tua indipendenza. Non c’è una formula che assicuri questo equilibrio. C’è poi da sperare che la nostra passione per qualcosa non dia fastidio all’altro. Tu magari ami Mozart mentre al tuo partner piace la musica country o heavy metal. Fino a quando è possibile conciliare queste diversità c’è qualche speranza».
Insomma, ci vuole fortuna per mantenere un rapporto felice?
«Si tratta solo di incontrare la persona giusta. Mi sono sposato la prima volta quando ero molto giovane. Io avevo diciannove anni, mia moglie diciassette. Volevamo entrambi vivere una nostra vita. E lo abbiamo fatto. Lei era una donna meravigliosa, di grande talento. Una pianista, una filosofa, una persona eccezionale. Era stato un buon matrimonio, ma siamo andati entrambi in direzioni diverse. Poi ho sposato Louise (Lasser), della quale ero pazzo allora e continuo ad esserlo. Siamo rimasti ancora buoni amici. Non ho mai avuto alcun reale interesse a sposarmi. Con Soon-Yi abbiamo cominciato a uscire insieme. Mi era parsa la cosa giusta da fare, e lo fu davvero. Siamo stati molto, molto felici».
Dopo 46 film, sente di aver capito qualcosa di più sulla vita adesso o essa le appare ancora come un enigma inestricabile?
«Non credo che potremo mai trovare un significato profondo o anche solo capire gli elementi importanti della vita. Penso che continueremo a renderci ridicoli, a venti come a quaranta o a sessant’anni. Siamo ancora alle prese con le stesse domande alle quali i più grandi filosofi - dai greci a Kierkegaard - hanno cercato di trovare una risposta. Siamo condannati a vivere gli stessi dubbi, le stesse contraddizioni e delusioni che i nostri predecessori hanno dovuto affrontare nel corso dello sviluppo della civiltà. Non sono riuscito a trovare lumi né risposte soddisfacenti e proprio per questo i miei film riflettono quanto sia sfuggente la felicità, quanto sia impossibile trovare l’armonia e quanto fragili e imprevedibili continuino ad essere i rapporti tra gli uomini e le donne».
I nostri istinti ci tradiscono quando si tratta dell’amore e della capacità di mantenere un rapporto?
«Spesso tradiscono le nostre migliori intenzioni. In teoria potreste anche incontrare la donna ideale. Quella che tutti i vostri amici ritengono perfetta per voi. Una donna brillante, attraente, brava a letto e convinta che siate meravigliosi. Ma voi amate un’altra, la segretaria a cui piacciono i film d’azione e che veste come una prostituta. È pazzesco innamorarsi di lei, ma vi succede e non potete faci niente né cambiare il vostro modo di sentire. L’amore è fuori dal nostro controllo, e nessun grado di saggezza o di coscienza storica e sociale potrà mai cambiare questo aspetto della natura umana»
Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione.
Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.
(Mercoledì 17 Settembre 2014)
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