Neuroscienze
Chi fa seghe mentali è intelligente
Alternare seghe mentali e seduzione da' il massimo "beneficio"
Ho sempre ironizzato sui GS che si fanno le seghe mentali. Oggi una ricerca americana li rivaluta alla grande. Hanno scoperto che i “segatori mentali” sono più intelligenti. Di un’intelligenza linguistica che è una delle caratteristiche più importanti del seduttore, quindi hanno un’abilità in più degli altri.
Ma non è chiaro se siano le seghe mentali ad aumentare l’intelligenza dei segatori (tipo l’esercizio sviluppa l’intelligenza) oppure se i più intelligenti, più abili nell’analizzare gli eventi, siano più indotti a segarsi mentalmente (tipo uso la mia abilità genetica).
I ricercatori (un po’ confusi) avanzano anche un’interpretazione “darwiniana”. La specie è sopravvissuta e si è evoluta perché i nostri avi si facevano le seghe mentali e così prevedevano i pericoli. Tipo penso in modo maniacale al leone che mi sbrana e mi faccio così tante seghe fino a capire come lo posso evitare o ammazzare. C’è però da dire ai ricercatori che gli animali che non si fanno le seghe mentali non si sono mica estinti.
Tradotto nella seduzione, in linguaggio più diretto ma più chiaro ed efficace del linguaggio scientifico, possiamo ben dire che chi fa le seghe mentali pensa in modo maniacale a come può sedurre le gnocche, analizzando tutti gli eventi passati, presenti e futuri come anche tutte le situazioni e le possibili alternative, e diventa pronto ad agire nel modo più efficace possibile, come anche a prevedere tutte le possibili reazioni e i comportamenti conseguenti allo scopo della seduzione.
Al contrario il seduttore beato e giulivo non pensa, non rimurgina non rumina, e non si sviluppa l’intelligenza di seduzione.
E’ interessante notare che le seghe mentali (rimuginìo e ruminazione) sono collegate spesso alla timidezza, all’ansia, alla depressione. Soggetti che sembrerebbero non seduttori invece hanno una maggiore capacità di seduzione, che però deve essere messa in atto.
E questo è il punto fondamentale: il "segatore mentale" quando passa all’azione batte tutti gli altri. Il pappagallo “prova cento e prendi una” non si fa mai le seghe mentali, lui è solo azione incontrollata, azione fallimentare. Il segatore mentale quando passa all’azione, che si è già ben “segata” nella testa, non sbaglia quasi mai.
Questa è una grande verità che tutti GS hanno già metabolizzato.
Allora la chiave della seduzione di successo per “segatori mentali” è l’alternare le seghe alla seduzione reale.
Si può alternare giornalmente, mensilmente, o anche annualmente…
Adesso leggete l'articolo del Corriere della Sera con le mie sottolineature.
Preoccupati, ansiosi e apprensivi? Siete i più intelligenti
Test su un gruppo di 125 studenti: chi si preoccupa mostra maggior livelli di intelligenza linguistico/verbale
di Eva Perasso
Pensare troppo, rimuginare, sentirsi in apprensione e preoccupati per gli eventi passati, in corso e futuri, sono elementi comuni a chi vive in un continuo stato di ansia. Nonostante questi comportamenti abbiano spesso una connotazione negativa e vengano vissuti con intenso malessere da parte di chi li vive e di chi vi sta intorno, una ricerca psicologica svolta in Canada su di un gruppo di studenti ha scoperto che i grandi “ruminatori mentali” sono in realtà mediamente più intelligenti di chi vive in pace con se stesso e tiene a bada le proprie emozioni. L’intelligenza coinvolta è quella linguistico-verbale, ovvero la capacità di parlare e scrivere con facilità usando i giusti termini, saper spiegare e convincere, insegnare e avere padronanza di sintassi e uso pratico della lingua, qualità spesso accompagnate da un uso umoristico delle parole.
Facoltà cognitive iperattive e sentimenti negativi
Lo studio è partito da un gruppo di studenti canadesi, messi alla prova dai ricercatori della Lakehead University nello stato dell’Ontario. I 126 giovani sono stati sottoposti a test di intelligenza, e a diversi questionari e prove che ne tracciavano i livelli di ansia, depressione, timidezza, paura, rimuginìo (la tendenza a ripensare ossessivamente alle situazioni passate) e ruminazione mentale (ancora una volta un pensiero ossessivo, ma rivolto agli eventi futuri). Si tratta di comportamenti che scatenano una iperattivazione delle facoltà cognitive e spesso portano chi ne soffre a provare sentimenti negativi. I risultati degli studiosi sono stati chiari: al salire di preoccupazioni e ruminazione, aumentavano però anche i livelli e i risultati nei test di intelligenza verbale. Lo stesso legame è stato collegato anche alla depressione: chi mostrava segni conclamati di tale patologia psicologica, aveva ancora una volta ottimi risultati nei test intellettivi legati alla lingua.
Una ossessione trasformata in abilità ancestrale
Per i ricercatori, esiste dunque una visione positiva delle ansie tipiche di chi pensa troppo, ed è quella che passa proprio dalla loro intelligenza, che li porterebbe a una maggiore abilità di analisi rispetto agli altri, come spiega alla rivista scientifica Personality and Individual Differences uno di loro: “È possibile che gli individui con una maggiore intelligenza linguistico-verbale siano più abili nell’analizzare gli eventi presenti e futuri nel dettaglio e che proprio questa loro caratteristica li esponga a rimuginìo e ruminazione”. In più, commentano ancora gli studiosi, dietro a questi comportamenti vi sarebbe anche una motivazione ancestrale: è proprio questo tipo di approccio ad aver permesso in un certo senso ai nostri avi di sopravvivere, anticipando i pericoli grazie alla sensazione di apprensione e preoccupazione. La tendenza all’ansia e a sovraesporsi ai pensieri negativi e ripetitivi va però controllata: nel lungo periodo, spiegano ancora i ricercatori, tali comportamenti possono portare a un abbassamento delle difese immunitarie esponendo maggiormente chi ne soffre alle malattie.
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(Martedì 13 Gennaio 2015)
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