Miss del mese
Miss della rivoluzione siriana
Miss Seduction.net sotto protezione
Jamila, la bellezza scappata da Aleppo. Le foto sono sul Forum riservato perché è sotto protezione
Una storia di vita vissuta durante la guerra in Siria che nessuna Miss al mondo vi può raccontare. La storia di Jamila fra le persecuzioni di Assad, le speranze risposte sull'esercito di liberazione, il terrore dell'Isis e la pericolosa fuga da Aleppo.
Questo video falso dell’Isis su Aleppo che artatamente mostra una situazione idilliaca mi ha convinto a pubblicare la storia della mia nuova amica Jamila (nome di fantasia per ragioni di sicurezza) e darle la massima rilevanza come Miss Seduction.net.
Una Miss sui generis per la sua storia avventurosa e rischiosa. Se le Miss Seduction.net non sono le solite miss dei concorsi di bellezza solo bellezza (a volte) e cretinaggine (sempre), ma hanno tutte una storia interessante da raccontare, Jamila ha la storia più interessante di tutte le Miss del mondo. Un nostro GS che ha visto le foto in anteprima e ha ascoltato alcuni pezzi della sua storia mi ha detto: “Questa è una ragazza con la quale non ci si annoia mai, me la sposerei!”.
Per la sua sicurezza trascuro molti dettagli della vita di Jamila e della sua famiglia, che potrebbero farla identificare. Anche la foto è parzialmente oscurata ma la bellezza s’intuisce. Le foto integrali saranno sul Forum riservato.
Jamila è una bella ragazza della nobiltà siriana da parte di padre (madre europea) che ha vissuto ad Aleppo in Siria dove era una studentessa universitaria fino a fine dello scorso anno. Prima di continuare con la storia di Aleppo devo premettere che Jamila è una sostenitrice dell’Esercito siriano libero (“the free army”) e da quello che mi racconta sta dalla parte dei giusti.
Ecco le sue parole nude e crude, che non hanno bisogno di commenti:
“Dal 2012 ad Aleppo c’era un tale caos che non si poteva uscire da casa perché si veniva rapinati. Poi c’è stata la rivoluzione. Ho fatto la rivoluzione con la faccia coperta perché se mi riconoscevano mi imprigionavano e mi torturavano o peggio mi ammazzavano. La rivoluzione era nata solo sulla carta, all’università, senza violenze, ma la polizia di Assad ha attaccato gli studenti e li ha messi in prigione. 300 studenti incarcerati per otto mesi in una stanza piccola, tutti impilati, peggio di Guantanamo, alcuni miei amici sono morti in carcere. Il mio migliore amico è stato otto mesi in carcere con le catene che gli hanno procurato le infezioni ed è diventato anoressico, non ho più notizie, non so se sia ancora vivo. Le spie accusavano chiunque di essere rivoluzionario, senza prove né sospetti e molti sparivano, come i desaparecidos. Assad ammazza la gente senza alcuna ragione.
La rivoluzione era cominciata prima a Homs ma poi tutti sono scappati ad Aleppo e Assad ha ordinato di uccidere i militari che si rifiutavano di uccidere i rivoluzionari. I rivoluzionari non sono l’Isis, non confondere, i rivoluzionari sono i ribelli di Assad. Assad ha ormai perso l’esercito perché i suoi militari sono passati all’esercito di liberazione, allora gli Hezbollah, l’Iran e i russi gli hanno dato le armi e i militari. Lui si nasconde in tanti posti ma il suo nascondiglio preferito è la flotta russa. Assad ha reclutato i miei cugini adolescenti e li ha mandati al fronte senza alcun addestramento.
I rivoluzionari della “free army” invece non ammazzano ma dicono a tutti: “lasciate Assad e sarete liberi altrimenti vi combattiamo”. Ma non ammazzano senza ragione come Assad. I rivoluzionari sono gentili anche quando ti fermano ai loro check point.
Un amico di mio padre è stato venti anni nelle prigioni di Assad senza alcuna accusa mentre suoi bambini sono stati abbandonati. Dopo venti anni è stato dichiarato innocente. Assad è peggio di Stalin.
La “liberal army” ha due nemici: l’Isis e Assad. Assad dice che i combattenti della “liberal army” non sono siriani. Ma io sono siriana e anche nobile e sono della liberal army.
Non c’è guerra fra l’Isis e Assad. Ho le prove che quelli dell’Isis sono le spie di Assad e sono suoi alleati. L’Isis ha bruciato tutte le prove dei crimini di Assad e lo hanno difeso in più occasioni. La liberal army ora combatte sia l’Isis che Assad.
I russi proteggono Assad e cancellano le prove dei suoi crimini. Ho visto personalmente che gli ispettori delle armi chimiche usate da Assad erano gli stessi russi amici di Assad. Anch’io sono stata sotto le armi chimiche ma quelle che attaccano le piante e se le tocchi ti avveleni. Ma ho continuato a studiare ad Aleppo sotto l’esercito di Assad che rapiva le ragazze e le violentava. Mi sono salvata perché sono furba e ho parenti nella nobiltà di Assad e anche nei nobili rivoluzionari. Ho due cognomi nobili dalla mia discendenza e uso quello più adatto alla situazione.
Nel 2013 [mese secretato] sono rientrata ad Aleppo per fare gli esami (dopo un viaggio in [paese dell’area] dai miei parenti [parentela secretata] che erano già all’estero). Al check point di Assad hanno messo tutti gli uomini al muro col fucile puntato, a me hanno trovato i dollari che mi aveva dato mio padre e me li hanno sequestrati e contenti dei dollari non hanno notato il visto che avevo sul passaporto, altrimenti mi avrebbero accusata di terrorismo. Sono entrata sana e salva ma non sono potuta più uscire. C’era una sola uscita fra la liberal army e i militari di Assad e tutti sparavano. Sono rimasta bloccata ad Aleppo per un anno e [mesi secretato]. Assad ha bombardato due università di cui la mia [facoltà secretata], sono morti ottocento studenti e millecinquecento cittadini.
Finalmente sono riuscita a scappare da Aleppo su un minibus attraversando i check point di Assad, e della free army che sono stati gentili con me. Poi siamo passati attraverso Al-Bab, una cittadina contro l’Isis passata all’Isis. Al check point dell’Isis hanno rapito i maschi che erano con noi e hanno malmenato tutti noi. Io avevo la mia chitarra e per non farmela sequestrare ho dovuto dare dei soldi al miliziano dell’Isis, perché per lui la chitarra era contro la loro religione. Il miliziano dell’Isis aveva l’accento russo e mi ha detto che al prossimo check point Isis per non essere rapita non dovevo dire che ero studentessa ma infermiera. L’autista poi mi ha detto che al prossimo check point Isis mi dovevo vestire completamente di nero dalla testa ai piedi altrimenti avrebbero ammazzato lui.
Continua in area riservata con storia di seduzione e fotostoria…
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(Mercoledì 11 Febbraio 2015)
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