Seduzione virtuale
Generazione fake-book
"Partire da un appuntamento dal vivo è assurdo"
La seduzione virtuale deve ormai precedere la seduzione reale
L’esperimento di San Valentino: siamo ancora capaci di avere relazioni senza internet?
Se questo esperimento di San Valentino fosse stato fatto veramente, e non tanto per inventarsi un pezzo, lo stato di salute della seduzione reale sarebbe drammatico.
Ma anche se questo esperimento fosse stato inventato di sana pianta (non c’è alcun riferimento su chi l’abbia organizzato), c’è da riflettere su certe frasi che sembrano essere in linea con i tempi della seduzione virtuale. Non solo nel senso che il rimorchio sui siti d’incontri è ormai diventato la seduzione contemporanea ma nel senso più grave che il seduttore virtuale sembra essere il solo seduttore che possa sedurre.
Mala tempora seductorum…
Il ragazzo dice: “So che per secoli l’uomo ha preso l’iniziativa, ma io non sono abituato a questo tipo di aggressività, su Facebook il genere sessuale non influisce circa l’attività o la passività dell’utente”. Questa considerazione su fake-book (face book) sembra vera. Le ragazze (amiche finte degli amici che non hanno mai visto) ti possono chiedere l’amicizia e prendere l’iniziativa di conoscerti senza remore. E’ socialmente accettato, mentre una donna che ti rimorchia per strada passa sempre per una ragazza facile.
La realtà è una degenerazione fittizia del virtuale. Frase forzata, sembra finta.
“Sono a disagio perché non c’è un post di riferimento da cui partire per sapere chi ho davanti”. E’ vero, chi è solo un essere della vita virtuale non può avere argomenti nella vita reale.
La ragazza dice: “Ho sentito dire che dovrebbe arrivare un cameriere per prendere le ordinazioni, spero che questa informazione sia vera”! Questa frase è palesemente inventata per affermare, al fine dell’esperimento, che la vita reale non è quella vera. E’ forzata.
“Questo ragazzo potrebbe anche piacermi, intendo fisicamente, ma sarebbe un salto nel buio. Non conosco ciò che pensa della vita, i suoi ideali e i suoi sogni, tutte cose che conosco perfettamente di ogni mio amico blogger”. Affermazione realistica perché online si chatta e ri-chatta raccontando la vita e i miracoli, “miracoli” spesso inventati ma recepiti come veri. Anche i miracoli sono virtuali.
Ragazzo: “Non ho la più pallida idea di che cosa pensi di me. Se fossimo su Twitter lo saprei immediatamente contando le stelline”. Ci può stare. L’essere virtuale ha la prova di piacere con le stelline. Ma spesso non è lo stesso della vita reale.
Ragazza: “Partire da un appuntamento dal vivo è assurdo. C’è il rischio di innamorarsi della persona sbagliata solo perché ci piacciono cose aleatorie come il suo profumo, o lo spessore dei suoi bicipiti”. Frase un po’ forzata. Se uno ti piace dal vivo cerchi di conoscerlo meglio, gli fai gli esami, e magari lo bocci. Però è anche vero che per una relazione stabile con innamoramento molte ragazze guardano ad altre “cose”, piuttosto che al profumo e ai bicipiti.
L’autore del testo commenta: A nessuno dei due venne la voglia di fare il passo successivo, dare all’altro il nickname del proprio account su qualche social: la chiave d’accesso per l’amore vero. Frase inventata per chiudere l’articolo. Non c’è ragione per due seduttori virtuali di non scambiarsi i contatti per conoscersi meglio nella vita virtuale. Perché sono appunto virtuali.
Vero o falso che sia questo pezzo, dobbiamo prendere atto del nuovo costume della seduzione virtuale che dovrebbe precedere quella sul campo, e spesso sostituiirla.
Tutto ciò è tutto contro la natura.
Mala tempora seductorum…
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(Martedì 17 Febbraio 2015)
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