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Paesi della seduzione

LA SEDUZIONE DELL'INDIA

Un paese che seduce più delle belle donne


di Luca Mana


India. Un paese che seduce più delle belle donne


Luca Mana scrive alla perfezione ed è un collaboratore di Paulo Coelho.
Ci ha inviato questo report sulla seduzione dell’India per la pubblicazione in chiaro a propria firma.

Della seduzione in India ne abbiamo invece parlato il mese scorso nell’area riservata dove i GS possono rileggere cliccando questi link:
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Anche il maestro è stato sedotto dall’India, ma soprattutto dalle tedesche in India!

A metà strada tra una ricerca sociologica ed un vagabondare disordinato senza meta, alla ricerca, sulle rotte di Vasco da Gama, dei motivi reconditi per i quali l'India, nonostante tutto, eserciti tutt'oggi un fascino così forte su turisti occidentali di ogni età e classe sociale.

“Qui la vita non è vita, il cibo non è cibo, solo la miseria è davvero miseria...”
Ryszard Kapuściński

In qualsiasi libreria del mondo cosiddetto sviluppato, gli scaffali traboccano di libri che trattano di spiritualità orientale. Osho, Tagore, Sri Aurobindo, Sai Baba, Panikkar, solo per citare i più conosciuti; alzi la mano chi non ha mai letto almeno un'opera degli autori appena enunciati...

Nonostante ciò, mi sono sempre domandato, da buon europeo cresciuto con la sua massiccia dose di agnosticismo, dubbiosità e diffidenza, come tali maestri potessero essere interpretati ed assimilati da una civiltà, la nostra, letteralmente agli antipodi rispetto a certi concetti e certi modi di vivere.

Per non parlare dello Yoga, le cui scuole spuntano come funghi in ogni dove e non passa giorno senza che un nuovo stile sia ideato e perfezionato, con relativo libro volto a decantarne i benefici. Facendo così ineluttabilmente sorgere dubbi sull'effettiva genuinità odierna di questa nobilissima ed antica arte.

Ed ho capito che l'unico modo per cercare di darmi una risposta era quello di fare i bagagli e visitarla. Come molti che vi si recano per la prima volta, di primo acchito, una volta giunto a Bombay, oggi chiamata Mumbai, ho provato una fortissima repulsione. Il casino imperante, la disorganizzazione, la sfacciata povertà, l'accento inglese incomprensibile di tutti coloro ai quali chiedi informazioni provocano, immediatamente, un netto rigetto. Senza tenere conto dello smog che ti penetra nei polmoni, del cibo piccante all'inverosimile e sovente immangiabile, il caldo spossante e opprimente, ma soprattutto degli odori; forti e mai neutri, onnipresenti ed inevitabili, tutto fuorché inebrianti, che si convertiranno in una compagnia inseparabile per il resto della permanenza. Pier Paolo Pasolini, alla sua prima visita, nel 1960, con Elsa Morante ed Alberto Moravia, ne rimase talmente colpito da scriverci un libro, giustappunto “L'Odore dell'India”.

Ed inevitabilmente, pensando anche al viaggio lungo e scomodo con tanti scali ed al biglietto aereo costoso, ti domandi sconsolato cosa ci sei venuto a fare. Poi, poco a poco, ti abitui, cominci a capire tante cose, a fare a meno del superfluo ed arrivi perfino ad apprezzare sfumature che una mente materialista e razionale, faticherebbe non solo a comprendere, ma a concepire.

In India, possiamo fare risalire la nascita del turismo di massa alla fine degli anni sessanta, quando molti giovani, soprattutto dal Nord Europa e dal Nord America, si riversavano nella “patria prediletta dagli dei”, affascinati dallo slancio mistico e dalla malia di pratiche quali il tantra e la meditazione. Erano gli anni della contestazione, della “Summer of Love” negli Stati Uniti e del maggio del 1968 all'Università Sorbona di Parigi. Periodi che avrebbero mutato per sempre gli usi e costumi dell'occidente, abbattendo tabù e sgretolando convenzioni borghesi che apparivano eterne ed immodificabili. Tra i tanti studenti dall'animo inquieto e ribelle, si diffusero a macchia d'olio letture quali “Autobiografia di uno Yogi” di Paramahansa Yogananda, “I vagabondi del Dharma” di Jack Kerouac o “Start your Own Religion”, dello psicologo americano Timothy Leary, che nel 1965, dopo aver visitato il subcontinente indiano si era addirittura convertito all'Induismo. Erano libri originali, che avrebbero segnato un'epoca, in quanto per la prima volta la spiritualità veniva affrontata in modo libero, senza i condizionamenti tipici delle religioni istituzionali e dogmatiche. Ma l'impulso decisivo fu dato più verosimilmente dai celeberrimi Beatles, coloro il cui leader John Lennon ebbe a dire che erano “divenuti più popolari di Gesù Cristo”. I Fab Four, che già avevano un rapporto privilegiato con l'oriente, dovuto alla collaborazione con Ravi Shankar che li introdusse ed iniziò ad un certo tipo di melodie ed all'impiego dello sitar, l'atipico strumento a corde dalla forma lunga ed affusolata, decisero di recarsi nel 1968 a Rishikesh, provocando una enorme ripercussione mediatica. In questa cittadina, ubicata nello stato dell'Uttarkand, si stabilirono nell'ashram del guru Maharishi Mahesh Yogi, per apprendere i segreti della Meditazione Trascendentale; una tecnica di introspezione meditativa volta a generare benessere psicofisico non solo a chi la pratica, ma anche all'ambiente che lo circonda. Nello stesso periodo cominciavano a giungere nelle comuni di Bombay dapprima ed a Pune poi, i primi discepoli di Osho Rainesh, il controverso, ma indubbiamente geniale mistico indiano, la cui fama sarebbe cresciuta a dismisura di lì a poco tempo.

Tutto questo diede il là ad una immensa peregrinazione che dura tutt'oggi; secondo Wikipedia, nel 2014 quasi 8.000.000 di persone hanno soggiornato nel subcontinente Himalaiano, generando un indotto commerciale tale da dare lavoro ad una quarantina di milioni di persone e le previsioni future sono invero rosee, ipotizzanti una forte e costante crescita.

Luca Mana con belle ragazze pazze per l'India

Ho quindi pensato di intervistare qualche viaggiatore, al fine di cogliere i motivi di questa eterna fascinazione.

Sull'aereo che da Amsterdam ci porta in India, faccio quattro chiacchiere con Thomas, un giovane universitario canadese di Ottawa, con lontane origini italiane. Studente universitario di informatica, ha deciso di prendersi un anno sabbatico e dopo avere girovagato per l'Europa, esplorerà l'India per tre mesi e non avendo particolari problemi di tempo andrà a privilegiare bus e treni per gli spostamenti. Non particolarmente attratto dal misticismo è qui per “fare un'esperienza che crede sarà indimenticabile”

A Bombay conosco Yogi, indonesiano di Bali, vive insegnando meditazione in giro per il mondo. Di recente è stato in Russia e Spagna, ma è la quarta volta che soggiorna in India, adora le Harley Davidson e, nonostante il traffico e la pericolosità delle strade, lui ed i suoi amici ne prenderanno a noleggio alcune per gli spostamenti.

In un celebre locale dello Stato di Goa, ho parlato con Alina, una ragazza russa molto bella e dal sorriso contagioso. Adora la musica techno e dopo aver studiato a Mosca è arrivata in questa nota località per insegnare lo Yoga. Poi è riuscita a realizzare il suo sogno di divenire una Dj; anima le serate dei locali più alla moda con il nome d'arte di Dj Kaos Kitten, ha trovato l'amore, si è sposata, ed ha un bellissimo bambino.

Alina e Julia, sono invece ucraine, hanno studiato danza classica e sono sbarcate in India con la speranza di lavorare nell'industria del cinema a Bollywood, per il momento fanno spettacoli di balletto tradizionale russo, continuando a cullare il grande sogno...

Sogno che invece ha realizzato Zarina ucraina anche lei, ed una vita da expat, che dopo periodi vissuti in Repubblica Ceca e Slovacchia, l'ha condotta in India per lavorare nel mondo del cinema come attrice. Pure lei si è sposata ed al momento si occupa anche di pubbliche relazioni per diversi locali.

Di tutte queste giovani, mi ha colpito oltre l'indubbia avvenenza, la gentilezza, la determinazione, l'inglese perfetto e la capacità di mettersi in gioco in un paese tanto distante e differente da quello di provenienza e non ho potuto fare altro che augurare loro una vita colma di benedizioni e desideri realizzati.

In un ashram immerso nel verde e nella quiete della foresta di Assagao conosciamo Lucy e Melanie, entrambe di Londra, sono qui per perfezionare lo Yoga. La prima è dottoressa in un ospedale, si occupa di cure palliative e vorrebbe integrare questa disciplina nella sua professione. Ha lavorato in progetti di solidarietà internazionale in Ecuador e molto probabilmente tornerà in Sud America, ricca di questa nuova esperienza. La seconda dopo una vacanza all'insegna del divertimento tra spiagge e discoteche, ha sentito il bisogno di qualcosa di più spirituale e profondo e lo ha trovato nella pratica delle asana, un termine sanscrito che sta ad indicare le posture e posizioni yogiche.

Per finire dialoghiamo con Hiresh un giovane imprenditore proprietario di quattro ristoranti, due dei quali a Bangalore, riguardo le possibilità commerciali per imprenditori nostrani. Ci dice che l'India a parte qualche problema burocratico e di organizzazione è un ottimo posto per investire, in quanto l'economia è in forte sviluppo e gli stranieri che portano capitali sono molto ben visti.

Alla fine, debbo accettare il fatto che la ragione precisa del perché l'India seduca, rimarrà forse un eterno arcano da svelare. Nazione immensa, paesaggisticamente variegatissima; inestricabile ed indecifrabile. Patria del Divino, che invita alla riflessione anche gli scientisti ed i positivisti più inveterati. Terra di mistero, di immense contraddizioni, ricchezze e povertà. Ma crocevia di culture e filosofie diversissime, e soprattutto laboratorio imperfetto di tolleranze e dialoghi possibili.

Non si può non concludere con una riflessione del grande Tiziano Terzani, indimenticabile cronista ed esploratore: “Chi ama l'India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta. A volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa ed indifferente. Eppure una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l'amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato”.

E se al mio ritorno, aggiungo io, subito sono stato aggredito dalla nostalgia, qualcosa vorrà pur dire...

O no?




Carlo consiglia la Newsletter TOP SECRET sulla seduzione. Chi, come, dove e quando sedurre: tutto quello che bisogna sapere, e che nessun altro al mondo vi può dire.



(Mercoledì 5 Aprile 2017)


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